Consiglio un racconto: “La Ghostwriter di Babbo Natale” di Alice Basso

Tempo di lettura 3 minuti

Ciao Quattrocchi,
non è Natale senza un buon racconto.
E se si tratta pure di un giallo, siamo a cavallo!

Per la giornata dedicata alle storie brevi penso di avere trovato il racconto perfetto: La Ghostwriter di Babbo Natale, di Alice Basso. Una one-shot di 38 pagine che potete trovare anche in formato e-book su MLOL+.

Lo dico per sicurezza: questa recensione è spoiler free.
Anche perché trattandosi di un giallo, breve, da leggere per Natale, fare spoiler mi farebbe finire sulla lista dei cattivi da qui all’eternità.

Ma ora veniamo a noi.

Vani Sarca: la protagonista dei libri di Alice Basso

Alice Basso La ghostwriter di Babbo Natale Vani Sarca

La Ghostwriter di Babbo Natale vede protagonista Vani Sarca, così come tutti i romanzi pubblicati dall’autrice Alice Basso.

Una “strategia” narrativa che trovo sempre molto piacevole, perché permette di conoscere il personaggio in più di una situazione e di confrontarsi con le sue particolarità libro dopo libro.

Un metodo che condividono molti altri libri gialli e mystery usciti in serie: dai famosi Poirot e Miss Marple di Agatha Christie, al più recente Cormoran Strike di Robert Galbraith.

In questo racconto natalizio Vani si trova a lottare con la presenza obbligata della famiglia la sera della Vigilia.
Nonostante sia malata, la madre insiste perché cenino tutti insieme.  

È proprio con questo confronto madre-figlia che scopriamo il sarcasmo di Vani, che non ama le feste e non apprezza molto le persone.
Ma la cosa che trovo affascinante è il fatto che sia una ghostwriter, un mestiere di cui in Italia si parla poco, le cui figure, al contrario, sono certa vengano sfruttate per più libri di quel che si crede.

L’elemento giallo che si mescola al Natale

L’elemento giallo che si mescola al Natale

La presenza di Vani Sarca, con la risposta sempre pronta e quel pizzico di insofferenza verso gli altri, è richiesta per risolvere il mistero natalizio per eccellenza: la scomparsa di un regalo.

E qui mi fermo: non sia mai ti sveli troppo!

Da un punto di vista di narrazione e di presentazione dei personaggi, devo fare i complimenti all’autrice.
Il racconto, proprio perché breve, può risultare frettoloso, stringato, poco descrittivo.

Alice Basso ha sfruttato a pieno i dialoghi per far procedere la trama, e ogni personaggio introdotto ha il suo spessore e si rende indispensabile per la scena in cui compare.

Elemento giallo e tema natalizio si mescolano alla perfezione: l’atmosfera soft tipica delle feste è alterata dagli stati d’animo delle persone, e l’ingrediente mystery non risulta essere esagerato o fuori contesto.

Un messaggio alle bambine e ai bambini

Un messaggio alle bambine e ai bambini

A proposito di dialoghi realizzati come si deve, c’è quello tra Vani e Sofia, una bambina di sette anni, che non può passare inosservato.

Io: «Quindi Leo avrebbe una cotta per te?».
Sofia: «Certo! Altrimenti non mi tratterebbe così male!».
Io: «Mi sento in dovere di avvertirti che fra dieci anni questo modo di ragionare ti rovinerà la vita».

Se hai visto La verità è che non gli piaci abbastanza, avrai provato un déjà vu nel leggere questo scambio di battute.

In molti da bambini sentono l’esigenza di mascherare una cotta.
La sentiamo come una debolezza provare affetto per qualcuno, e per i ragazzi forse lo è ancora di più.
Questo immagino sia dovuto all’idea che il bambino sia più che altro un uomo in miniatura, e come tale ci si aspetta sia meno emotivo.

Purtroppo si tratta di un cane che si mangia la coda, perché poi non è raro che le bambine crescano con l’idea che se vengono trattate male, sia per amore. Mentre i bambini si convincono che essere emotivi sia sbagliato, o peggio, da femminuccie. Che pone l’essere femmine a un gradino più basso rispetto all’essere maschi.

Si tratta di un discorso complesso, che però è bello trovare in una forma più leggera e soprattutto all’interno di un racconto così ben scritto.


Bene, Quattrocchi, il countdown con gli occhiali è ormai agli ultimi giorni.
Fammi sapere con un like se ti è piaciuta questa recensione e non dimenticarti di seguire il calendario dell’avvento anche sui social: basta cercare l’hashtag #OcchioAlNatale!

 

Qual è il tuo punto di vista?