La cultura pop è divertente, colorata, varia. Per questo è facile associarla a cartoon, musica e altre opere “per la massa”.
Ma è anche quotidiana, politica e storica.
La cultura pop nasce da noi, dalle persone che vogliono diffondere un messaggio, un punto di vista. E per farlo decidono di rivolgersi a mezzi che possano attirare l’attenzione di più gente possibile.
Ecco perché ho sentito il bisogno di scrivere un Ci penso io riflettendo con te sulla sospensione dell’insegnante Rosa Maria dell’Aria, avvenuta l’11 maggio.
L’accusa sarebbe che l’insegnante non avrebbe vigilato in modo adeguato su un lavoro svolto da alcuni studenti.
Durante un’esposizione, alcuni ragazzi avrebbero paragonato le leggi razziali del 1938 al “decreto sicurezza” emanato da Matteo Salvini, attuale Ministro dell’Interno.
Parto con il dire che non ho trovato corretta questa sospensione, e vorrei condividere i miei perché.
Quindi, parliamone: in che modo è avvenuta la sospensione?
Quali messaggi trasmette una decisione del genere?
Leggi razziali del 1938 paragonate al “decreto sicurezza”
Come dicevo, un gruppo di liceali, durante un’esposizione, ha paragonato le leggi razziali del 1938 al “decreto sicurezza” diventato legge a novembre 2018.
Le slide mostrate sono arrivate direttamente su Twitter con un messaggio scritto da Claudio Perconte, dal quale passa chiaro il messaggio che i quattordicenni sarebbero stati obbligati dall’insegnante.
Come puoi notare si va indietro fino al 28 gennaio, Giornata della Memoria, durante la quale è importante parlare di razzismo, omofobia e di discriminazione in generale per evitare che certi errori vengano ripetuti.
Non voglio però mettere troppa carne al fuoco in un unico paragrafo.
Andiamo per gradi e partiamo da chi ha esposto l’argomentazione: gli studenti.
Sottovalutare le capacità degli studenti
La prima cosa che ho pensato leggendo quel tweet, è stata che si ritenga poco plausibile che degli adolescenti abbiamo potuto fare questo parallelismo di propria iniziativa.
Da qui l’obbligo imposto dall’insegnante di creare quelle slide.
L’assurdità di questa situazione penso parta proprio dal sottovalutare le capacità degli studenti.
Gli adolescenti vengono visti come troppo immaturi per strutturare un pensiero critico. Soprattutto quando si tratta di politica, etica e rapporti umani.
In generale, l’età è vista come un ostacolo in molte situazioni quotidiane: sei ancora giovane per capire certe cose, sei ancora piccolo per parlare di altre.
Al contrario, avere quattordici anni non impedisce a una persona di avere una propria opinione politica.
Così come poterla esprimere è un diritto che va garantito a prescindere, anche quando non è in linea con il governo attuale.
Hanno fatto un parallelismo giusto?
Davvero stiamo tornando in mano ai fascisti?
Poco importa, dal momento che la discussione che ne sarebbe potuta scaturire è stata messa a tacere con una sospensione.
Ed è così che arriviamo alla seconda riflessione.
La libertà di parola è un diritto
Ci sono persone che hanno lottato per la libertà di parola.
Per la libertà di urlare, respirare, vivere.
Queste persone le ricordiamo una volta all’anno, per la Giornata della memoria, anche se dovremmo parlarne ogni giorno.
Ed è proprio durante quella giornata che è uscito il parallelismo tra le leggi razziali del 1938 e il “decreto sicurezza”.
Di quella presentazione non si sa altro.
Non si è visto altro che due immagini paragonate con i titoli “1938” da una parte e “Oggi” dall’altra.
Un accostamento che sicuramente attira l’attenzione e arriva come una secchiata d’acqua gelida. Ed è proprio per questo che, prima di qualsiasi cosa, c’è bisogno di confutare, ripercorrere questo ragionamento fino alla fonte.
In cosa consistevano le leggi razziali del 1938?
Cos’è il “decreto sicurezza”?
Solo rispondendo a queste domande potremo capire quelle slide, e nel caso concordare o meno con quel paragone.
Ecco perché l’azione contro l’insegnante mi ha preoccupata.
Da una parte i giovani si vedono aggredire senza che ci sia un dialogo, dall’altra la punizione all’insegnante va a identificare quel pensiero come sbagliato, a prescindere dal contenuto, perché a essere prese di mira sono state due slide.
E questo voler mettere a tacere un pensiero non in linea con il Governo fa riflettere.