Ciao Quattrocchi,
a fine novembre 2018 è iniziata la collaborazione con il team di Whiri Whiri.
Da questa collaborazione sono nati gli articoli del martedì, a tema scuola, università e lavoro.
Mentre ogni primo giovedì del mese esce un’intervista sul loro sito.
In pratica investighiamo sul percorso di studio dell’intervistato, cerchiamo di carpire tutti i passaggi che lo hanno reso il lavoratore che è oggi.
E se ti interessa essere uno di questi eroi con gli occhiali, non esitare a contattarci: siamo sempre alla ricerca di nuovi punti vista, ormai lo sai.
Non ti fidi?
Mi sembra giusto, alla fine chi sono questi whiris?
Cosa fanno nella vita?
Sono pericolosi?
L’intervista di oggi svelerà tutto.
Come è nata l’idea per questa community? Quali le aspettative legate alla sua creazione?
L’idea di WhiriWhiri è nata dall’esigenza di avere una grande community che si aiutasse per non commettere errori durante la scelta dell’università e di avere l’adeguato orientamento.
Non stiamo dicendo che con WhiriWhiri non si possano più fare errori.
Crediamo che sbagliare sia sempre giusto se dallo sbaglio se ne trae un insegnamento, ma quante volte ci siamo trovati di fronte a persone che hanno detto: “Non saprei cosa fare nel mio futuro”, “Ho scelto quell’università perché me ne parlano bene e perché è facile”.
Oppure: “ Faccio quell’università perché si trova lavoro”.
Sono errori umani e normali, soprattutto in giovane età e quando si tratta di prendere una decisione così grande.
L’obiettivo di una community come la nostra è quello di orientare le persone verso la scelta più adatta per loro.
Invece di fare un corso di studio perché con quello si trova lavoro, pensiamo di iniziare un corso di studio perché al suo interno si studiano materie interessanti e perché ne vediamo un’ottima opportunità per il nostro futuro.
Adoro il vostro logo, che ha anche le sembianze di mascotte.
Qual è la sua storia?
Ve l’ho già detto che il logo mi ricorda l’alieno di “Mostri contro alieni”?
Il nostro “mostricciattolo” ha una storia molto particolare.
All’inizio era stato concepito dal nostro primo graphic designer per ricordare sia una W con la forma delle braccia, sia una freccia, per sottolineare la determinazione di raggiungere i propri obiettivi universitari.
Molti ragazzi, però, ci hanno detto che incuteva un po’ di paura: era troppo “smilzo” e ricordava uno dei due fratelli alieni degli speciali di Halloween dei Simpsons…
Uno dei primi compiti del nostro nuovo designer, Ciro, è stato proprio quello di renderlo più amichevole e “puccioso”.
E così l’abbiamo nutrito per qualche mese a pizza, kebab e aperitivi (come qualunque studente fuori sede del primo anno) fino a farlo diventare molto più “rotondetto”.
E anche se le braccia si sono ingrossate, la W non l’ha persa, anzi ora ce ne sono perfino due (come WhiriWhiri), prova a trovarle!
Mi piace che il termine puccioso legato al vostro logo. E ora che conosco i suoi gusti potrei quasi invitarlo a cena!
Scherzi a parte, raccontate il vostro team. Di cosa vi occupate? Qual è la caratteristica che vi fa sentire dei whiris?
Il nostro team è formato da quattro persone, ognuno con diverse esperienze e competenze.
Io (Matteo) mi occupo principalmente del coordinamento del progetto, della progettazione e dello sviluppo software.
Nicola della gestione delle relazioni e della progettazione della User Experience.
Ciro del design dell’interfaccia utente, mentre Fabio dello sviluppo software con Matteo.
Inoltre diversi ragazzi stanno collaborando attivamente con noi, e molto probabilmente a breve il nostro team ufficialmente si amplierà.
È sempre bello vedere crescere il proprio team, un’emozione che abbiamo provato anche noi Quattrocchi.
Ora la regina delle domande: come si crea un’applicazione? Quali competenze servono?
Sfatiamo subito il mito che creare un’app sia il tipico lavoretto da studente nerd del liceo svolto interamente in un’uggiosa domenica pomeriggio in garage.
Ideare, progettare, sviluppare e commercializzare un’applicazione mobile è un lavoro molto complesso e richiede un vasto insieme di competenze.
Occorre innanzitutto la scintilla iniziale, quel piccolo bagliore di luce per aprire gli occhi e rendersi conto che ci sia qualcosa che possa davvero aiutare le persone, ma che ancora non sia stato inventato.
Poi bisogna studiare nei dettagli ogni aspetto dei possibili fruitori finali dell’app, e al tempo stesso analizzare mercato e i possibili competitor.
Quindi avviare tutto il processo di design, di progettazione dell’interfaccia grafica e di prototipazione, che richiede forti conoscenze nell’ambito della User Experience.
Dal concept si passa quindi allo sviluppo software dell’app e di tutti gli altri sistemi ausiliari a cui si deve appoggiare (come un server dove risiedono le banche dati che utilizza).
Infine, un’aspetto fondamentale è tutta la parte marketing e commerciale per far conoscere al mondo la propria app.
Senza un piano marketing adeguato pubblicare la propria app nell’App Store (o Play Store) diventa come fissare un volantino in una bacheca grande quanto la muraglia cinese, piena di altri milioni di volantini, e sperare che le persone notino proprio il tuo.
Sono contenta di sentirvi dire questo.
Molto spesso, la facilità con cui si viene a contatto con certi strumenti crea l’illusione che anche la loro ideazione sia stata altrettanto semplice.
A inizio di quest’anno avete lanciato ufficialmente l’applicazione.
Quali sono i prossimi passi?
C’è qualche novità in arrivo? Promettiamo resterà tra Quattrocchi!
Legate alle nostre aspettative per il futuro ci sono un sacco di idee da sviluppare e il bello di WhiriWhiri è proprio questo: riesce a condensare tutte le nostre idee e farle funzionare perfettamente tra di loro.
Con il lancio della App abbiamo dato sfogo alla prima idea scaturita dall’esigenza di una community come la nostra, per il momento ci stiamo concentrando per ampliare il nostro dataset legato al mondo dell’università. Così che ogni studente e persona in Italia lo possa sfruttare.
Ovviamente non è solo questo il nostro obiettivo, perché da qua a fine anno abbiamo altre idee su cui già stiamo lavorando. Alcune probabilmente già utilizzabili da settembre.
Non possiamo dire molto, ma stiamo lavorando sulla community per garantire continue novità e un utilizzo continuo del servizio.
Ovviamente il nostro principale obiettivo è quello di lanciare un servizio in modo da fare piccoli passi in un mondo più vasto. In modo da ricevere feedback sempre aggiornati dai nostri utenti, capire cosa effettivamente a loro interessa usare e vedere all’interno della piattaforma.
WhiriWhiri è un grande progetto su cui ci stiamo concentrando parecchio.
Abbiamo grandi piani per il futuro di questo servizio e vorremmo far diventare il nostro logo un punto di riferimento per gli studenti, e riuscire ad aggiornare sempre il servizio in base alle loro esigenze.
Insomma, essere un whiris a volte può sembrare difficile, ma resta comunque una figata.
Sei d’accordo?
Allora non scordarti di mettere un like all’articolo e di scaricare l’applicazione!
E se vuoi aiutarci e parlarci del tuo percorso di studi, scrivici: non vediamo l’ora di conoscere il tuo punto di vista.
Ciao! Non conoscevo questa community. L’idea di base è davvero molto interessante. Io stesso ho pensato più volte “ah, se avessi avuto più informazioni, quando ho scelto l’università!” 🙂 Quindi trovo che sia semplice ma geniale. L’unica cosa che mi lascia un po’ basito è il nome! Però resta impresso, quindi direi che funziona.
Ottimo articolo! 🙂
Ciao, Matt! Scusa se rispondo solo ora! Grazie, sono contenta ti sia piaciuto l’articolo e spero ti piaccia anche la community di Whiri Whiri: sono dei ragazzi davvero in gamba 😉
Sì, il nome è strano, ma ha una sua storia e mi sa che è venuto il momento di svelarla… Vedrò di convincerli =P