Se fino a ieri ero tranquilla e convinta di appartenere alla generazione dei 90s, oggi a quanto pare, prima di fare parte di una qualsiasi decade, sono una Millennials.
Eppure i conti non mi tornano, ecco quindi tre cose che mi rendono difficile sentirmi una Millennials a tutti gli effetti.
Chi sono i Millennials?
Su chi siano con precisione i Millennial ci sono pareri contrastanti. Alcuni li identificano nei nati tra il 1980 e il 2000 compresi, mentre Treccani parte dal 1985 e come data ultima mette il 2005.
In entrambi i casi con Millennials si intenderebbe una generazione che unisce vent’anni di cambiamenti.
A un primo sguardo, vent’anni possono apparire davvero pochi. Cosa volete che siano rispetto ai secoli di storia che ci fanno studiare a scuola?
Eppure a partire dagli anni Cinquanta di cose ne sono successe, e anche parecchie, molte a una velocità tale da non renderci quasi conto del passaggio.
Questione di device
La tecnologia ha fatto passi da gigante e con l’arrivo di nuovi strumenti e metodi di comunicazione, anche noi abbiamo iniziato a pensare in modo differente.
Abbiamo aumentato la velocità e diminuito la pazienza, tanto da avere bisogno di tenerci occupati con il telefono anche mentre si è impegnati in altro: durante i pranzi di famiglia, durante una conversazione con gli amici, mentre si guarda la tv…
Ma se riflettere su queste cose mi viene spontaneo, ci sono aspetti che solo una neo tredicenne poteva farmi venire in mente.
Viaggio di andata e ritorno per due Millennials
Dare ripetizioni si è rivelato essere il mio modo di viaggiare nel tempo, un momento in cui io e Sofia ci confrontiamo e scopriamo cose che lei non credeva io potessi aver mai visto.
Perché alla fine sembra passato un secolo!
1. Salva e continua
Premi sul floppy disk prima di chiudere il documento.
Questa estate per preparare i compiti di tecnologia abbiamo usato anche Word.
Dovevamo descrivere il progetto per la realizzazione di una scatola porta oggetti, un vero Art Attack!
Non so cosa mi sia preso, ma la parola “salva” non saltava fuori, così le ho chiesto di cliccare sul floppy disk.
È seguito un lungo silenzio, durante il quale ci siamo fissate come due pesci rossi in una boccia.
2. Ricariche telefoniche e scatto alla risposta
Io pagavo lo scatto alla risposta, e all’inizio in casa non avevo la connessione “no limits”.
Quando a tredici anni mi venne dato il primo telefono ricordo di averlo amato alla follia perché piccolo, stondato e provvisto di mini antenna.
Era un Alcatel vinto coi punti Conad.
Lo schermo era grande quanto la falange del mio pollice e si illuminava in arancione.
Mandava e riceveva chiamate e SMS, e se per le prime la Omnitel (la vecchia Vodafone, ricordate?!) chiedeva lo scatto alla risposta per i secondi dovevi stare attento a rispettare il numero di caratteri concessi. Non volevi mica rischiare di rimanere a corto di soldi, vero?
Ora ci si preoccupa della quantità di giga a disposizione, tranquilli di avere un canone mensile fisso.
3. Ho visto le lire
Mia nonna mi raccontava delle lire in formato gigante, e con in mano il pezzo da mille guardavo la vecchietta disegnata e pensavo si trattasse della mia bisnonna.
Aneddoto a parte, un giorno con Sofia si studiava storia. E mi è scappato detto che da bambina compravo le caramelle goleador, le figurine e il gelato con le lire.
Ha sgranato gli occhi, spalancato la bocca e mi ha detto: “anche mamma le usava”.
E se fino a quel momento mi aveva visto come una ragazza, improvvisamente ero diventata coetanea di sua madre.
Queste sono solo tre delle ragioni per cui essere definita Millennials mi sta un po’ stretto.
Forse soprattutto perché ho sempre associato questa definizione ai nati nel nuovo millennio, il 2000.
E voi che ne pensate? Gli anni ’90 ci hanno resi diversi dalle nuove generazioni?
Se questo Ci penso io ti è piaciuto, continua a seguirci e preparati… #OcchioAlNatale
Pingback: In caso di ansia, leggere fumetti: Sarah, Owlturd, Emm e Chibird – Parola di Quattrocchi