Talvolta non serve andare a disturbare lo sconfinato genio di Tolkien per scoprire una saga fantasy piena di suspense, azione, colpi di scena ed emozioni; basta scavare nel nostro stesso passato, nel folklore di quelle parti d’Italia che rimangono silenziose e avvolte nel mistero, come le Dolomiti.
Ecco cosa ha fatto Federico Memola, autore della serie di Jonathan Steele (edita dalla Sergio Bonelli Editore dal 1999 al 2004), insieme ai fumettisti Federico Vicentini, Teresa Marzia e Mario Alberti, nel graphic novel intitolato Il Regno di Fanes (ManFont Comics, 2017), una rappresentazione a fumetti di una delle tante vicende che compongono la mitologia dell’Alto Adige, illustrata secondo l’immaginario del fantasy contemporaneo.
Le leggende del popolo dei Fanes, abitante dell’omonimo altopiano durante l’età del bronzo, sono state per lungo tempo tramandate in ladino, fino a quando Karl Felix Wolffle le ha raccolte e pubblicate in una versione romanzata nel 1932.
Studi archeologici hanno effettivamente rilevato tracce di presenza umana su quel territorio in epoca preromana e alcune vicende della saga si svolgono in luoghi realmente esistenti, come il Plan de Corones, il lago di Braies, il monte Averau o il Falzarego.
La trama
Le centotrentadue pagine a colori raccontano le vicende di Dolasilla, principessa del popolo dei Fanes.
Appare per la prima volta da bambina appena nata, in una notte di tempesta durante la quale il perfido stregone Spina de Mul, con le sembianze di un enorme mulo scarnificato, ha attaccato il suo corteo che faceva ritorno al regno.
Un soldato della guardia riesce a trarla in salvo, mentre passava per caso un ragazzino del vicino popolo dei Durandi che assiste alla scena e interviene, sconfigge la creatura mostruosa e si guadagna così il nome di Ey de Net (“occhio di notte”) insieme a una gemma preziosa, la Rajetta, che decide di donare alla piccola Dolasilla.
Non sa quanto il suo destino sia legato a quello della bambina.
Quattordici anni dopo, Dolasilla, allenata da suo padre, diventa una principessa guerriera; sul suo diadema, donatole dal padre alla sua prima vittoria in battaglia, è incastonata la Rajetta e possiede un’armatura magica impenetrabile che le dona una forza sovrumana e frecce che centrano sempre il bersaglio.
Forte dell’inarrestabile figlia, il re dei Fanes, straniero salito al trono sposando la regina, espande i suoi domini come mai era stato fatto finora, preda della sua sete di potere.
Ey de Net è diventato il re del popolo dei Durandi.
Non percepisce l’espansione dei Fanes come una minaccia ma viene spinto a intervenire da Spina de Mul, che ha come unico obiettivo quello di recuperare la Rajetta. Tuttavia, Ey de Net desidera avvicinare Dolasilla evitando lo scontro diretto, così usa uno stratagemma per entrare a far parte dell’esercito dei Fanes come scudiero e protettore della principessa.
L’equilibrio si spezza e gli eventi precipitano quando i due si innamorano e giurano di non entrare mai in battaglia l’uno senza l’altra; il padre di Dolasilla non può accettare una simile evenienza, poiché la profezia dice che la forza sovrumana della fanciulla svanirà se lei si sposerà.
Il Folklore
Molte parti della storia sono caratterizzate dall’incontro con creature magiche tratte dal folklore alto-atesino, come l’Anguana, una sorta di ninfa dell’acqua, il saggio Vögl delle Velme (il “Vecchio degli ontani verdi”), l’oracolo delle ninfe Mjanines presso il Lec de Lunedes e Tsicuta (“cicuta”), la vecchia strega sorella di Spina de Mul.
Inoltre, un elemento importante della vicenda riguarda l’antico patto in vigore tra i Fanes e il popolo delle Marmotte.
Come è caratteristico di questo tipo di leggende popolari, gli elementi naturali diventano personaggi viventi e agenti al pari degli esseri umani.
Lo spazio di un fumetto non permette di sviluppare ogni singolo elemento folkloristico, ma l’accuratezza degli autori sta nell’illustrare nella maniera più chiara possibile ciò che viene nominato, in modo che il lettore possa intuire.
A book about an antihero
Come mai ho scelto di spuntare questa voce della Pop Sugar Reading Challenge proprio per Il Regno dei Fanes?
Uno degli aspetti interessanti della storia è che non ci sono paladini splendenti, innegabilmente perfetti fino alla fine. Nulla è tutto bianco o tutto nero (a parte, forse, solo Spina de Mul, che è veramente ingiustificabile!).
Fondamentalmente, i due protagonisti, Dolasilla e Ey De Net, sono buoni, sì, ma non così buoni.
L’animo nobile di Dolasilla emerge più di una volta, ma non si sottrae alla volontà di conquista del padre e, in virtù di questa, continua a sfruttare il suo potere per annientare i soldati dell’esercito nemico, pur tormentata dai sensi di colpa. Allo stesso modo, Ey De Net spende tutte le proprie energie per Dolasilla, ma solo per lei.
Non si interessa del regno di lei, neanche alla fine quando questo è veramente in pericolo.
Nella postfazione, Federico Memola spiega che quella di Dolasilla è soltanto una delle tante storie che compongono l’epopea dei Fanes, perciò ci auguriamo che il team degli autori possa riunirsi ancora per illustrare le altre!