Youtube è a metà strada tra la vecchia Tv e i nuovi social, e non stupisce che proprio dai suoi video escano le tendenze più seguite.
Dalle cose più innocue, come chiedere di rispondere ai post su Instagram con il nome “Gino”, a quelle più pericolose e incoscienti.
L’ultima arrivata tra le sfide social da non imitare, è la Tide Pods Challenge.
La Tide Pods Challenge
Con lo scopo di dimostrare il proprio coraggio, gli adolescenti si sfidano sui social a mangiare le capsule di detersivo per lavatrici.
Pratica che ha portato a numerosi casi di intossicazione e che potrebbe essere fatale.
Come molti giornali riportano, le autorità statunitensi hanno dato l’allarme. Mentre Youtube procede con l’eliminare i video che fanno riferimento alla sfida. Nata come un gioco ritenuto divertente, a tal punto da dover essere condiviso.
Altre sfide sul web: #CutforBieber
Si tratta di una delle tante sfide social a cui i teenager si sono sottoposti.
Nel 2013 si parlava della #CutforBieber o #CuttingforBieber, nata per convincere Justin Bieber a smettere di drogarsi.
Le fan condividevano su twitter e altri social le immagini dei tagli auto-inflitti. Pronte a smettere nel momento in cui il cantante avesse deciso di smettere a sua volta.
Anche qui una prova di carattere, per attirare l’attenzione del proprio idolo e assicurarsi di essere ascoltati. A cui non tutti hanno partecipato per davvero: alcuni hanno preferito condividere foto fake, con l’aiuto di ketchup o altre sostante che potessero imitare il colore del sangue.
A utilizzare gli hashtag ci hanno pensato anche i più burloni del web, che hanno iniziato a “tagliare per Bieber” ogni sorta di cosa. Come panini, pomodori e pezzi di carta.
Il problema dell’ascolto
Il bisogno di ricevere attenzione è comune a tutti. Il desiderio di essere ascoltati e trattati con un certo riguardo è qualcosa per cui si continua a battere anche oggi.
E ricordo come da adolescente tutto mi sembrasse insormontabile.
Parlare con gli adulti era difficile, in quegli anni il rapporto con i miei genitori non era sempre roseo. C’era contrasto, anche per le cose più futili.
Più di una volta mi sono sentita poco ascoltata, non capita.
La differenza di età portava con sé anche una differenza di elaborazione ed espressione del pensiero, e capitava che quello da me detto venisse corretto.
Sì, come se avessi pensato qualcosa di sbagliato.
Non c’era cattiveria nel loro intento. Cercavano solo di mostrarmi altri punti di vista, ma sul momento non riuscivo proprio ad apprezzarlo. E soprattutto il loro non mi sembrava un contributo positivo.
Perché quello che dicevo io non andava bene?
Farsi sentire sui social
L’arrivo dei social è stato accompagnato da quella libertà, priva di filtri, che ha portato alla condivisione capillare di qualsiasi cosa venisse pubblicato.
Anche quando pericoloso e nocivo.
Ricordo l’adolescenza come una fase di bianchi o neri. E immagino che avere le porte del web spalancate come sono ora, possa amplificare questa situazione.
Non può bastare scrivere un messaggio in direct o sulla bacheca del cantante per farlo smettere. Perché funzioni, c’è bisogno di un gesto simbolico, plateale.
Deve preoccuparsi.
I social sono diventati la nostra finestra sul mondo. Chi non li usa è come tagliato fuori, e chi non sta alle sfide non può fare parte del branco.
Sempre più grande, sempre più sconosciuto.
Sulle bacheche dei vari social, vengono pubblicati messaggi anche intimi. Foto che possano attirare l’attenzione di chi scorre con il dito carrellate di altre immagini.
Si va alla caccia di follower e non più di amici, perché la popolarità è il nuovo modo per farsi ascoltare.
Ecco che le sfide social si fanno sempre più pericolose. Arrivare a un livello sempre più alto, per far vedere che non si teme nulla.
Ci sono i follower, c’è il web e bisogna continuare a surfare seguendo l’onda del momento.
Una mano da AdoleScienza
Un sito utile per i genitori, per i fratelli e le sorelle maggiori, è AdoleScienza.
Una piattaforma che parla di ciò che capita ai teenager, e affronta il problema delle sfide social sempre più autolesioniste.
Una redazione di psicologi, ricercatori e dottori che spiega come gli adolescenti vivano il web e i social. Così da educarli nell’uso di questo strumento, per far capire loro il peso di certe azioni.
E tu che ne pensi?
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Molto interessante al punto che l’ho condiviso con mia moglie e mia figlia.
Sono davvero contenta ti sia piaciuto e che tu l’abbia condiviso! Alla prossima 😉
Condivido pienamente con te.
Mi fa piacere condividere i punti di vista 😀 Grazie e alla prossima!