Pechino è una megalopoli che conta più di ventiquattro milioni di abitanti.
Il primo insediamento nell’area è anteriore al 221 a.C., anno che segna l’unificazione della Cina da parte della dinastia Qin. Pechino, però, divenne capitale del Paese nel X secolo, quando la Cina Settentrionale venne invasa dai Qidan – una popolazione della Manciuria – che diedero origine alla dinastia Liao.
Alla città, tuttavia, fu attribuito il nome “Beijing” solo nel XV secolo, in epoca Ming.
Oggigiorno, Pechino è una città in continuo mutamento e protagonista di un’espansione accelerata, i cui effetti, purtroppo, sono la causa della scomparsa di numerosi hutong – i tradizionali vicoli – e delle siheyuan – le tipiche abitazioni a cortile interno.
Durante gli studi universitari ho avuto l’opportunità di recarmi due volte a Pechino.
Per questo motivo, car* Quattrocchi, voglio accompagnarti alla scoperta dei suoi luoghi di interesse più famosi in un tour che ha come punto di partenza piazza Tiananmen.
Piazza Tiananmen e Liulichang Street
Piazza Tiananmen (天安门) è il cuore di Pechino ed è il luogo da cui voglio partire per portarti alla scoperta della capitale cinese.
Scendiamo alla fermata Tiananmen West della linea 1. Dopo pochi passi e superati i metal detector di rito ci troviamo all’interno di una delle più grandi piazze del mondo.
Il nome della piazza trae origine dalla porta Tiananmen, situata a nord della piazza stessa, che in epoca imperiale segnava il confine tra la città e la cittadella imperiale.
Dopo tre importanti ampliamenti avvenuti tra il 1949 e il 1977, piazza Tiananmen ha assunto le sue attuali dimensioni.
Nel 1958, quando ebbe inizio il secondo ampliamento, sul lato occidentale della piazza (che misura un’estensione di quaranta ettari), venne edificata la Grande casa del popolo e, sul lato orientale, il Museo della storia e della rivoluzione cinese.
Al centro di piazza Tiananmen svetta il Monumento agli eroi del popolo, inaugurato anch’esso nel 1958.
Nella parte meridionale, invece, sorge il Mausoleo di Mao Zedong portato a compimento nel 1977. Per la sua costruzione vennero abbattuti numerosi edifici ubicati ai lati della piazza, la quale acquistò così una forma perfettamente rettangolare.
Dopo esserci abbrustoliti al sole in una piazza senza alberi né panchine, lasciamo Tiananmen alle nostre spalle e ci dirigiamo a Liulichang (琉璃厂).
Liulichang è una delle più belle viuzze della Pechino antica, il luogo ideale per gli amanti di oggetti d’arte e anticaglie. In sequenza uno di fianco all’altro trovano spazio negozi che vendono tutto il necessario per la pittura e la calligrafia, ma anche libri, giade e suppellettili vari.
Lifangjuan, situato al civico 118, è un delizioso negozietto, gestito da una simpatica ragazza, in cui ho acquistato un delizioso servizio da tè realizzato a mano dalla sorella.
La Città proibita e il parco Jingshan
Dopo un po’ di shopping, è ora di dirigersi verso la Città proibita.
La Città proibita, o Zijincheng (紫禁城), venne edificata tra il 1406 e il 1420. Fino al 1911, anno della caduta della dinastia Qing, fu la dimora dell’imperatore.
Ogni giorno, centinaia di visitatori affollano il complesso per ammirare le meraviglie artistico-architettoniche del complesso.
La Sala della suprema armonia, situata al centro della Città, è l’edificio più maestoso. Sorge su una terrazza di pietra sopraelevata e al suo interno custodisce gelosamente un immenso trono d’oro.
Percorrendo l’intero complesso in direzione sud-nord, ovvero entrando dalla porta Wumen che si affaccia su Tiananmen, è possibile visitare le numerose sale disseminate nella residenza imperiale.
Dovremmo sgomitare un po’, ma facendoci spazio tra i turisti, sarà possibile ammirare vasi in bronzo, strumenti musicali, dipinti su rotoli e oggetti in ceramica.
Non ti senti proiettato in un’altra epoca? Non ti sembra di rivivere alcune scene di L’ultimo imperatore di Bertolucci?
Uscendo dalla porta Shenwumen, ubicata a nord, si staglia dinnanzi a noi il parco Jingshan (景山公园).
Il parco altro non è che una collina artificiale realizzata con la terra estratta durante gli scavi del fossato che cinge la Città proibita.
Un tempo giardino imperiale, oggigiorno Jingshan è uno splendido parco pubblico dalla cui sommità, sulla quale si erge un padiglione, è possibile ammirare l’intera Città proibita.
Il parco Beihai
È giunta l’ora di rilassarsi al parco Beihai (北海) e concedersi una piacevole passeggiata lungo le sponde del lago, magari sorseggiando del buon yogurt preso in uno dei chioschetti qui presenti.
Il parco Beihai dista appena dieci minuti a piedi dall’entrata del parco Jingshan, per cui possiamo goderci il sole pechinese e un po’ di smog, evitando di usufruire dei mezzi pubblici.
Beihai, il cui nome significa “mare settentrionale”, è uno dei parchi ubicati a ovest della Città proibita.
Il parco fa parte di un insieme di parchi – tutti caratterizzati dalla presenza di laghi di origine artificiale – che, oltre al Beihai, comprendono il Zhonghai (中海), il Nanhai (南海), l’Houhai (后海) e il Xihai (西海).
Al centro del lago di Beihai si trova l’isola Qionghua (琼华) sulla quale sorge uno stupa bianco – monumento buddhista atto a conservare le reliquie del Buddha – edificato nel 1651.
Il Tempio del Cielo
Alla stazione di Beihai North prendiamo la linea 6 della metropolitana, scendiamo alla stazione di Dongsi, dove prendiamo la linea 5. Il capolinea del nostro viaggio è la stazione di Tiantan East Gate, costruita nelle vicinanze del Tiantan (天坛), il Tempio del cielo.
Il Tempio del Cielo, edificato in concomitanza con la Città proibita, era il tempio più importante della Pechino imperiale.
Qui gli imperatori compivano i riti annuali del solstizio d’inverno e pregavano per la pioggia e per il buon raccolto.
La Sala della preghiera per il buon raccolto è l’edificio più imponente del complesso. Si tratta di una costruzione lignea di forma circolare a tre cornicioni appoggiata su una terrazza a tre piani anch’essa circolare.
Il tempio si trova al centro di un immenso parco frequentato da numerosi anziani intenti a svolgere attività sportive di vario genere e genitori che, con volantini alla mano, “mettono in vendita” i propri figli, nella speranza di trovare loro una moglie o un marito.
Il Convento dei lama e il Tempio di Confucio
Il nostro viaggio nelle antiche credenze religiose non è ancora concluso.
Tra i numerosi templi dislocati nella giungla di strade e hutong che caratterizza Pechino, due sono di ragguardevole importanza: il Convento dei lama, o Yonghe gong, e il Tempio di Confucio, o Kongmiao.
Il Convento dei lama (雍和宫) è un luogo impregnato di spiritualità.
Realizzato alla fine del XVII secolo, è ancora oggi uno dei luoghi sacri della capitale cinese più frequentati.
I devoti rivolgono le proprie preghiere e affidano le proprie speranze alle divinità del pantheon buddista. Anche nei giorni di pioggia, la densa cappa di fumo sprigionata dai bastoncini di incenso avvolge i cortili del Convento, dando origine a un’atmosfera satura di religiosità.
Lo Yonghe gong, inoltre, è famoso per una colossale statua in legno di sandalo del budda Maitreya alta ventisei metri, di cui otto interrati, ubicata nel Padiglione delle diecimila felicità.
Su Guozijian Street sorge, a pochi metri dal Convento dei lama, il Tempio di Confucio (孔庙), il secondo tempio più grande di tutta la Cina dedicato al maestro.
La sua importanza è da ricondurre alla presenza di tavole di pietra in cui sono incisi i testi dei Classici confuciani.
Inoltre, sono presenti centonovantotto stele sulle quali sono riportati i nomi di più di cinquantamila studiosi vissuti durante le dinastie Yuan, Ming e Qing: una preziosa testimonianza storica degli antichi esami imperiali per l’accesso alle cariche burocratiche.
Il Palazzo d’estate
Prendiamo la metropolitana per raggiungere la parte nord-occidentale della città, verso il Palazzo d’estate (颐和园). La fermata a cui dobbiamo scendere è Beigongmen, sulla linea 4.
Dichiarato nel 1988 patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO, le fondamenta del Palazzo d’estate risalgono alla metà del XVIII secolo.
Fortemente danneggiato durante le Guerre dell’oppio, il palazzo venne ricostruito nella seconda metà dell’Ottocento e, verso la fine del secolo, l’imperatrice madre Cixi lo trasformò nella sua residenza estiva.
Per visitarlo serve almeno mezza giornata, ma ogni minuto trascorso in questo luogo è magico. Ponti, padiglioni, templi, stradine che si attorcigliano attorno alle colline: tutti questi elementi ci trasportano in un altro mondo.
La maggior parte della superficie è occupata, come in molti parchi storici della città, da un lago. Si tratta del lago Kunming sulla cui sponda settentrionale si trova la famosa nave di marmo, un padiglione a forma di imbarcazione simbolo della follia dell’imperatrice Cixi.
Degno di nota è anche il corridoio coperto che si snoda nei pressi del lago. Qui è possibile ripararsi dalla calura delle estati pechinesi, magari facendo uno spuntino con un buon baozi, oppure osservando gruppi di allegri anziani intenti a disputare avvincenti partite di majiang.
Il 798 Art Zone
Il nostro breve tour di Pechino non può terminare senza una visita al 798 Art Zone (798艺术区), uno dei luoghi più all’avanguardia non solo della città, ma dell’intero Paese e punto di riferimento per la cultura urbana contemporanea cinese.
Situato nel quartiere nord-orientale di Dashanzi, il 798 Art Zone sorge negli spazi di una ex fabbrica di componenti elettronici realizzata dai tedeschi negli anni Cinquanta.
Dal 2001, molti artisti hanno iniziato a occupare gli edifici qui presenti ristrutturandoli e trasformandoli in laboratori e gallerie d’arte.
Elementi industriali, come gli edifici in mattoni rossi e le tubature a vista, si amalgamano alla perfezione con le opere qui presenti, esposte anche lungo le vie del distretto, e i numerosi bar, ristoranti, studi di design e di architettura che sorgono a ogni angolo.
Ovviamente, Pechino è anche famosa per la vita notturna. Il lago di Houhai è una delle mete più gettonate sia dai turisti che dai pechinesi; qui si trovano moltissimi ristoranti che offrono diverse tipologie di cucina, karaoke, discoteche e bar in cui brindare a ritmo di “ganbei”.
In ogni strada, dalla più tranquilla alla più silenziosa, ci sono centinaia di bancarelle che preparano deliziosi manicaretti e, cosa importante, infischiandosene delle norme igieniche.
Il miglior modo per fare serata?
Una birra, facciamo due, alla modica cifra di dieci yuan, un gelato e una passeggiata tra gli hutong.
Quattrocchi, ti è venuta voglia di correre in un’agenzia di viaggi e prenotare un volo per Pechino?