Nel suo ultimo articolo, Francesca racconta come lei, a Milano, sta gestendo questi giorni di quarantena e reclusione forzata. Quattrocchi ci dà il destro per scriverci quasi tutti i giorni, perciò lei e Federico sono tra gli amici che sento più vicini in questo periodo. Da questo continuo scambio di pensieri su qualsiasi argomento è saltata fuori l’idea di raccontare il nostro punto di vista a proposito del periodo di emergenza.
Per quanto riguarda me, è stato un piatto di pancake che mi ha dato l’ispirazione a riflettere. Li ho cucinati una sera di qualche giorno dopo l’annuncio della quarantena, per sdrammatizzare un po’ l’atmosfera. Mentre scodellavo una mestolata di impasto nella padella calda, mi sono tornati in mente i meme comici che cominciavano a fioccare sui social e, contemporaneamente, i post incoraggianti.
Cosa c’è di vero nei “meme” sulla quarantena
Cosa c’è di vero in questi post comici, un po’ depressi e molto autoironici?
Prima di tutto, l’innegabile: ho voglia di uscire. Ci sono persone che non vedo dall’inizio della quarantena e che mi mancano, ci sono progetti che avevo intelaiato per questi mesi che sono rimasti cristallizzati. Inoltre, come ho spiegato su instagram, mia mamma parla con il frigorifero.
Seconda cosa: il pigiama. Una lunga “domenica pigra” dove si passa dall’avere ancora il pigiama all’avere già il pigiama. Non potendo andare in giro per locali o per negozi, si va in giro per letto e divano.
Terza annosa questione: il cibo. Vi è mai capitato di mangiare per noia? Adesso è facile senza un orario preciso farsi la pasta alle tre di notte con il fuso orario di Belo Horizonte in Brasile come racconta ZeroCalcare nell’episodio 3 di Rebibbia Quarantine.
Quella mestolata di pancake mi ha fatto riflettere: cosa c’è di vero in tutto questo? Tutto. O niente. Dipendeva da me.
I post motivazionali che funzionano
Ammetto che di solito storco un po’ il naso di fronte ai post motivational zeppi di filosofia spicciola. Sono d’aiuto, certo. Di incoraggiamento, per carità. Solo che talvolta sono anche talmente tanti che perdono un po’ di significato. Eppure in queste tre settimane di quarantena mi sono resa conto che ho seguito quasi alla lettera le istruzioni che danno. E hanno funzionato! Mangio sano, faccio esercizio fisico (io che non duro due settimane in palestra, sto facendo cardio tutti i giorni! 😐), ho una tuta da casa a cui abbino ogni giorno una maglia che mi metta allegria e, ovviamente, leggo. Anzi, a questo proposito vi lascio tutti i nostri articoli che parlano di libri e consigli letterari! Non che non abbia ceduto alla tentazione di tuffarmi nei meandri di Netflix, ma è un piacere, non una droga.
Questa vignetta di A Panda Piace rappresenta particolarmente bene la mia opinione a riguardo. #iorestoacasa ed è difficile, innegabilmente. Tuttavia, se con questa situazione devo per forza avere a che fare, almeno posso tentare di trarne il meglio. Ho riscoperto la musica, gli hobby, la cura per gli affetti da una parte e lo spazio per me stessa dall’altra, insomma tutto quanto mi fa sentire al meglio delle mie possibilità, che mi faccia addormentare la sera pensando che nonostante tutto non ho sprecato una giornata.
Il mio #andràtuttobene parte proprio da qui.