Camicia a quadri, lunga barba bionda da hipster, occhi verdi e le mani sempre in pasta: lui è Stefano Cavada, food blogger e youtuber altoatesino, originario di Caldaro sulla Strada del Vino, un piccolo paese a sud di Bolzano.
Nel 2015, quando viveva a Parigi, Stefano ha aperto il suo canale YouTube.
Il suo intento era quello di raccontare le tradizioni dell’Alto Adige e la sua storia enogastronomica e pubblicare video di ricette tipiche del suo territorio d’origine.
Da quel giorno, il 5 gennaio 2015, per Stefano sono cambiate molte cose: il successo su Instagram, dove ogni giorno condivide con i suoi 45.000 follower foto di piatti appetitosi, la realizzazione di due programmi tv – SelfieFood e Food (r)evolution – e la pubblicazione del suo primo libro di ricette, La mia cucina altoatesina. 45 ricette per ogni occasione, ai primi posti delle classifiche Amazon.
Come hai scritto nell’introduzione del tuo libro La mia cucina altoatesina. 45 ricette per ogni occasione, la passione per la cucina è nata grazie a nonna Carmela e ai suoi manicaretti, ma quando hai realizzato che questo sarebbe diventato il tuo lavoro?
Non c’è stato un vero e proprio momento in cui ho capito che il mio progetto si stava trasformando in un lavoro vero e proprio.
Ovviamente, fin dall’inizio, era una cosa a cui aspiravo perché mi piaceva quello che facevo e ci mettevo veramente tanta passione.
A un certo punto ho capito che il lavoro e le richieste di collaborazione erano sempre di più, che potevo finalmente fare un passo importante abbandonando il mio lavoro da dipendente e mettendomi in proprio.
La tua cucina ha origine dalla tradizione altoatesina, ma, allo stesso tempo, è influenzata da altre tradizioni culinarie, in particolare quella anglosassone. Chi sono le tue fonti di ispirazione e quali sono i cinque ingredienti che, oltre all’immancabile speck, sono sempre presenti nella tua dispensa?
Mi faccio ispirare molto dalle tradizioni regionali italiane ma anche quelle estere. Adoro cucinare piatti tradizionali senza troppi fronzoli e combinazioni di sapori troppo complesse.
Credo che i sapori altoatesini, quelli della mia tradizione, con cui sono cresciuto fin da bambino e che rielaboro in chiava moderna, siano quelli che più mi appagano, riempiendomi di emozioni.
Nella mia dispensa non devono mai mancare il curry in polvere, dal più dolce al più piccante; il latte di cocco che mi piace usare nel curry di ceci e zucca; la farina di farro, utile per preparare vari tipi di pane, focacce e dolci; la paprika affumicata, che conferisce al gulasch e al pulled pork il loro tipico aroma; l’estratto di vaniglia, un alleato preziosissimo per i dolci fatti in casa, che preparo da me adoperando la vaniglia Tahiti.
ESSEN è lo spazio in centro a Brescia, inaugurato lo scorso anno, in cui dai sfogo alla tua creatività. Qual è la filosofia di ESSEN e, per esteso, la tua filosofia in cucina?
ESSEN è il mio regno, è il luogo dove quotidianamente mi diletto ai fornelli per preparare nuovi contenuti e nuove ricette da condividere sul mio profilo Instagram e sul mio sito.
È nato come incubatore di idee in cucina ed è proprio qui che ho ideato il mio primo libro.
La mia cucina si basa su piatti semplici, alla portata di tutti e veloci da preparare, che possano appagare anche la vista, oltre che il palato.
Il 1° ottobre è uscito il tuo primo libro, La mia cucina altoatesina. 45 ricette per ogni occasione, edito da Athesia. Parlami del percorso creativo che ti ha portato alla pubblicazione di questo ricettario. Io ho potuto leggerlo in anteprima e, come ben sai, non vedo l’ora di poterlo sfogliare.
Il libro è stato una bella avventura.
Da tempo nutrivo il desiderio di pubblicare un libro di cucina, ma non avevo la più pallida idea di come si scrivesse un libro.
Non avendo alle spalle un’agenzia di management che solitamente si occupa di questi aspetti – perché, per via dello spirito imprenditoriale che oramai fa parte di me, non affiderei mai il mio lavoro a un team di sconosciuti –, ho dovuto imparare tutto passo dopo passo e lanciarmi in questa avventura supportato solo dalla mia casa editrice.
Avevo provato a contattare alcune grandi case editrici italiane ma non ricevetti mai una risposta.
Quindi pensai di credere nelle potenzialità di una casa editrice altoatesina, che sapevo avrebbe potuto capire la potenzialità del mio libro.
Alla prima riunione mi fu subito detto “facciamolo questo libro!”.
È servito un anno intero per ideare il libro, le ricette, i capitoli e tutte le parti introduttive.
Alcune ricette facevano già parte del mio repertorio, altre erano ricette di famiglia che semplicemente andavano trascritte con ingredienti e procedimenti precisi e, infine, le ricette nuove che ho elaborato per il ricettario sono nate in modo spontaneo.
Negli scorsi anni sei apparso anche sul piccolo schermo con Selfiefood, su La7, e Food(R)evolution, su Rai3 Alto Adige. Com’è stato il passaggio dall’universo dei social network al mondo della tv? Sei sempre stato abituato a stare davanti alla telecamera, ma registrare le proprie video ricette da soli e lavorare con un team di esperti sono due esperienze ben diverse.
La televisione mi ha insegnato molto.
Un mezzo di comunicazione completamente diverso, ma molto stimolante.
Se i video di YouTube devono essere ben fatti, la televisione richiede una perfezione tale che non sono permesse sbavature.
Io ho sempre messo tutto me stesso nei programmi tv che ho fatto finora, ma non nego che la registrazione delle prime puntate di SelfieFood mi avesse spaventato un po’, ma poi è filato tutto liscio.
Siamo quasi alla fine dell’anno, puoi svelarci qualche nuovo progetto che hai in cantiere per il 2020?
Mi piacerebbe tornare in televisione nel 2020 e mi sto mettendo in moto per poter finalmente avere un programma tutto mio.
Inoltre, inizierò a lavorare a un nuovo libro di cucina che ha già preso forma nella mia mente.
Stefano, pubblicando le sue ricette e le foto dei suoi piatti, contribuisce a far crescere l’interesse del suo pubblico verso l’universo enogastronomico.
Il suo è un modo squisitamente pop di fare cultura.
Una cultura che si basa sulle tradizioni culinarie sia italiane che straniere, sulle esperienze da lui vissute, sul desiderio di invitare i suoi follower a entrare nella sua cucina, condividendo con loro ogni momento passato tra i fornelli e svelando loro alcuni piccoli segreti che possono rendere gustosa anche la pietanza più semplice.