Quando ero all’università, soffrivo molto l’ansia da prestazione: mi trovavo in un mondo completamente diverso da quello del liceo ed io stessa ero una persona molto diversa.
Adesso ero per conto mio, dovevo imparare a cavarmela da sola e volevo dare il meglio di me. Professori, amici studenti e consulenti spesso mi hanno aiutato quando non sapevo proprio come orientarmi tra burocrazia e sistemi informatici, ed ecco l’intento di questo articolo: aiutare, appunto.
Una delle domande che immagino ci si ponga appena usciti dalla scuola superiore è come si studia per l’università? Il metodo che usavo io allora, e uso tutt’ora quando devo prepararmi per qualsiasi prova, non è fatto soltanto per memorizzare le informazioni, ma anche per convincermi che le sto acquisendo sul serio e rendermi sicura di me stessa.
Ognuno ha il suo sistema e non posso assicurarvi che il mio funzioni anche per voi, ma se siete matricole in cerca di direttive perché non dargli una chance?
Step 1: evidenziare
Il primo passo per capire il contenuto di un libro è, ovviamente, leggerlo. Quindi, coraggio: pagina 1, Introduzione. A questo non si scappa, ma se è una materia che vi piace, siete già a metà del percorso!
Durante la lettura, sottolineate le informazioni che ritenete più importanti: se avete seguito le lezioni sarà più facile individuarle perché non siete a digiuno della materia, se invece state preparando un esame da non frequentante… Don’t panic! Cercate di giudicare autonomamente quali concetti vi permettono di intavolare un discorso uniforme, ricordando sempre che non è la quantità del discorso ma la qualità che conta principalmente.
Step 2: schematizzare
C’è chi li chiama “riassunti” perché li rende in forma testuale, c’è chi fa dei fantascientifici schemi complicati a base di frecce. Io facevo un’unione delle due cose.
In entrambi i casi l’intento è quello di creare un memorandum veloce delle informazioni essenziali che avete trovato sui testi. Inoltre, scrivere è già una prima maniera di memorizzare.
Step 3: ripetere
Ripetere a voce a per me è una parte imprescindibile del metodo, lo consiglio a tutti, e tutte le volte che non sono riuscita a farlo per mancanza di tempo, non mi sono sentita totalmente a mio agio.
Trovate un posto isolato dove sussurrare se siete timidi o disponete i vostri peluche a mo’ di pubblico se preferite declamare come se steste tenendo una conferenza. L’importante è che impariate a rielaborare le nozioni in un discorso articolato tutto vostro.
E non demoralizzatevi se non riuscite subito e avete bisogno di sbirciare. Fermatevi, respirate, allentate la tensione e poi ricominciate.
Step 4: ritagliarsi una pausa – premio
Non di solo pane vive l’uomo e non di solo studio vive l’universitario. Prima o poi verrà il momento in cui le informazioni saranno troppe, gli occhi stanchi, il cervello costipato.
Ecco i sintomi del tipico bisogno di una pausa! Dedicatevi al vostro passatempo preferito, se avete tempo (paradossalmente per me era proprio leggere, ma un romanzo). Va da sé che la pausa non deve superare il tempo di studio!
E se invece il tempo stringe, siete al rush finale e preferite utilizzare tutti i minuti possibili, almeno concedetevi un caffè o, come facevo io quando sentivo che stavo per cedere al sonno, sciacquate la faccia con acqua ghiacciata.
Crudele ma efficace.
Step 5: spaccare
Se avete seguito tutti questi passi, a questo punto non vi rimane che andare in sede d’esame e dare il meglio di voi. Come ho detto prima, questo metodo non mi serviva soltanto per imparare, ma per essere sicura di averlo fatto. Con tutta la tensione del momento, almeno sapevo che non avevo niente da recriminarmi, che avevo fatto del mio meglio.
Se è così che vi sentite, allora ha funzionato. In bocca al lupo!