Femminismo, disturbo mentale, suicidio, mistero, complotto, insieme a letteratura e cultura: ci vuole davvero tanto talento per riuscire a mettere insieme efficacemente questi argomenti creando una storia carica di suspense. Tutti miei complimenti a Amy Gail Hansen che, come spiega nella nota finale a Il Libro delle Verità Nascoste (ed. Garzanti), ha lavorato non poco a questa sua prima pubblicazione, fino a renderla l’interessante noir introspettivo che è uscito sulle scene editoriali da pochi anni.
Il Libro delle verità nascoste: la trama
La trama vede come protagonista Ruby, una ragazza alle soglie della laurea presso il Tarble College, una laurea che non ha mai conseguito perché è scappata e si è lasciata tutto alle spalle, a causa dell’oscuro segreto che si porta dentro. Tuttavia, non si può sfuggire dal proprio passato, che si ripresenta sulla porta della casa di Ruby sotto forma di valigia: il bagaglio di Beth, una compagna di college che da pochi giorni è scomparsa, per errore è stato consegnato a lei. Trovare dentro quella valigia Una Stanza tutta per sé di Virginia Woolf, il libro da cui era partita la sua tesi, il suo studio ossessivo per le scrittrici suicide e la sua storia clandestina con il prof. Mark Suter, la costringerà ad affrontare le sue insicurezze più recondite legate all’università che è state per lei casa amorevole e prigione soffocante, seguendo le tracce di Beth fino a ritrovare… Sé stessa.
La protagonista imperfetta
La prima cosa che mi ha colpito di questo libro è proprio Ruby Rousseau, la protagonista. Non è coraggiosa e intraprendente, non è equilibrata e paziente, non è solare e accattivante, insomma, non è un’eroina. È proprio questo che la rende vera, cioè vicina a ognuno di noi: è simpatica e brillante, certo, ma è anche profondamente segnata dal suo passato e dalle esperienze che l’hanno colpita al Tarble College, perciò a tratti è anche cupa e concentrata principalmente su di sé; non è un modello irraggiungibile, è una persona.
Non intraprende volontariamente la sua indagine alla ricerca di Beth, è, piuttosto, una vittima degli eventi che la trascinano come una foglia al vento. Eppure, è proprio seguendo questa tempesta che Ruby riesce ad affrontare la parte più oscura di sé e liberarsene, e noi con lei siamo condotti in un percorso letterario che diventa una sorta di catarsi.
Donne e letteratura: il femminismo in Il Libro delle Verità Nascoste
Virginia Woolf, Sylvia Plath, e Charlotte Perkins Gilman sono i tre fantasmi letterari che colpiscono l’intelligenza di Ruby più di quanto lei abbia preventivato, nel momento in cui ha proposto a Mark Suter la sua tesi sulle scrittrici suicide. Molte tematiche si legano di conseguenza alla trattazione di queste tre figure e alla loro storia travagliata; Il libro delle verità nascoste è pervaso di femminismo lungo tutta la narrazione e questo permette di svelarne le diverse sfumature, da quello “sbagliato” cioè avverso, agguerrito, violento, a quello di nuova generazione, cioè promotore di uguaglianza, equilibrio e aperto al cambiamento.
Quest’ultima deve essere la posizione dell’autrice in merito alla questione femminista, perché non ha connotato un genere in particolare come antagonista: dai personaggi principali ai cammei, si trovano figure splendide sia maschili che femminili, allo stesso modo che figure profondamente negative. Da un lato c’è il padre di Ruby, dall’altro c’è Mark, da un lato ci sono le amiche di Ruby, sua madre, la sua psicologa, dall’altro c’è… la Sorella Farfalla (dal titolo originale, The Butterfly Sister). Per saperne di più… Leggetelo!
Il Libro delle Verità Nascoste è Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf, ma lo è anche questo romanzo, che si presenta come un oscuro thriller psicologico e, invece, rivela grandi messaggi di speranza, trasmessi attraverso un tripudio di riferimenti culturali adatti a chi è un po’ come Ruby: intelligente, che ha perso di vista la strada e cerca un’occasione per ritrovarla. Questo romanzo è un buon inizio.