Le lenti che servono per questo articolo non sono da occhiali, ma d’ingrandimento. Se siete come me appassionati di detective stories, noir e thriller, sia libri e racconti che in tv, immagino che anche voi tentiate per tutto il corso della trama di doppiare l’investigatore protagonista e scoprire prima di lui chi è il colpevole del delitto.
Nei romanzi di Agatha Christie con Hercule Poirot, tutti i sospettati si riuniscono in un’unica sala e scartati uno per uno, fino ad arrivare all’unico vero responsabile. Anche una parodia come Invito a cena con delitto funziona nello stesso modo: ognuno dei famosi detective ha uno scabroso segreto che riguarda il padrone di casa e genio dell’inganno, Lionel Twain.
Non possiamo fare a meno di formulare ipotesi ed è per questo che ho individuato i cinque tipi di colpevoli che si possono trovare all’interno di un giallo.
Quello che sembra colpevole
È il primo sospettato, quello che avrebbe avuto mezzi e movente o, addirittura, è stato colto sulla scena del delitto. Tuttavia, ci sono talmente tanti elementi contro di lui che, di solito, si tratta della persona che deve essere scagionata, come il ragazzino imputato in La parola ai giurati.
Il sospetto
La categoria più ampia. Sono tutti coloro che si trovavano attorno al delitto: ognuno potrebbe avere avuto un mezzo o un proprio movente, ma ancora non è chiaro chi sia stato. Con questo principio, il film del 1985 Signori, il delitto è servito, a partire da diverse possibilità sviluppa tre finali alternativi.
L’odioso
Sembra colpevole. È colpevole. Si vede che è colpevole e, per buona misura, è anche antipatico… Ma non ci sono prove. È Charles Augustus Milverton di Arthur Conan Doyle. La voglia che sia beccato in qualche modo è tanta e tale che, a un certo punto, non importa più neanche se è con mezzi leciti.
L’impossibile
È troppo innocente e improbabile perché possa essere colpevole, come la giovane Lois Jarrell nell’episodio Circuito Chiuso (1969) della serie televisiva italiana tratta dai romanzi di Rex Stout che hanno come protagonista Nero Wolfe. Non sembra avere né mezzi né movente, non ha neanche l’aria dell’assassino (e, per questo, il dubbio un po’ viene…).
Il vero colpevole
È l’unico possibile e il più logico. Tutti gli indizi portano a lui, basta soltanto metterli insieme. Può appartenere a una delle categorie precedenti, ma lo realizziamo soltanto alla fine perché, se è veramente perfetto, è quello che noi lettori non avevamo capito.
E poiché, soprattutto in un giallo, non c’è niente di peggio di un finale sospeso (orrore!), ecco come abbiamo affrontato noi Quattrocchi i finali che non giungono mai.