Il caldo è arrivato e rende gli esami ancora più pesanti.
Vorresti uscire, stare all’aria aperta, girare in mutande per casa ballando la Macarena (molto attuale come riferimento musicale, né?), ma no: sei inchiodato alla scrivania, con la testa sui libri.
La sessione estiva è abbastanza rognosa, perfino pensare al dress code viene male: niente shorts, niente canottiere…
C’è chi si presenta comunque in bermuda, ma sappiamo entrambi che non è proprio il massimo.
In ogni caso non è di questo che vorrei parlarti oggi, bensì del lato positivo degli esami.
Per mia esperienza so che gli esami non portano solo stress, ma capisco che si tratta di qualcosa di difficile da vedere quando si è messi sotto torchio.
Quindi ecco il mio Zoom Mate su 3 punti per me molto importanti.
1. Gli esami come fonte di arricchimento
Nel periodo d’esami diventavo intrattabile.
Nel tempo ho provato a trattenere certi miei atteggiamenti nervosi, ma per quanto ci provassi ero elettrica e in casa si percepiva.
Lo stress che provavo era proporzionale al desiderio di successo, che non era solo questione di voto, ma di conoscenza dell’argomento.
Soprattutto mi interessava la capacità di rielaborare gli argomenti, così da poter intrecciare conoscenze di ambiti differenti.
Più di una volta mi è capitato di portare in sede d’esame un elemento studiato per un altro corso.
Oltre allo stato d’ansia, infatti, provavo un senso di completezza: per me gli esami erano fonte di arricchimento, perché venivo messa alla prova e allo stesso tempo potevo confrontarmi con qualcuno che ne sapeva molto più di me.
2. Gli esami mi hanno reso competitiva
Mi sembra un buon momento per dirti che giocavo a tennis. Adoravo il tennis: mi faceva sentire imbattibile anche quando perdevo.
Mi dava molta carica e non intendo negarlo: sono una persona competitiva.
Niente sgambetti o altro, sia chiaro, per me vale solo la competizione trasparente e formativa.
Durante tutta l’università tenevo a mente una persona per dare il massimo, raggiungere i risultati più alti: Arianna, che tra l’altro ha parlato del suo metodo di studio per persone ansiose.
Era la mia cartina torna-sole: una persona acculturata che raggiungeva i voti più alti con grande merito.
Pur seguendo due percorsi differenti, il suo improntato sulla sinologia il mio sulla nippologia (sto spingendo perché diventi un termine riconosciuto), siamo riuscite a incontrarci durante alcune sessioni d’esami.
Confrontarmi con lei, rivedere come ognuna di noi aveva immagazzinato le informazioni, mi dava molta carica.
3. Gli esami ti formano, anche come persona
Non importa se dopo farai quello per cui hai studiato oppure no.
Quello che studi, gli esami che prepari, ti saranno sempre utili.
Sono storica in cultura orientale, specializzata in arte buddhista giapponese, e lavoro nel reparto marketing e comunicazione di un’azienda che fa automazione industriale.
Amo il mio lavoro, ho amato quello che ho studiato e continuo a documentarmi.
E la verità è che la persona che sono ora, le mie competenze, il mio modo di pensare e agire lo devo agli esami che ho sostenuto.
Al percorso che mi sono costruita all’università.
Studiare antropologia, geografia sociale e le culture orientali mi permette di inquadrare meglio il mio target. Di non cadere nella trappola del “sono tutti uguali, tutti vogliono le stesse cose”.
Insomma, gli esami non sono solo qualcosa da superare per potersi laureare.
Per quanto stressanti e a volte noiosi, sono punti importanti del percorso di crescita, personale e professionale.
Non tutti andranno bene, o come si spera vadano a finire.
Dal mio punto di vista le cose fondamentali sono due: accrescere il proprio bagaglio culturale e arrivarci in fondo con le unghie quasi intatte!
Bene Quattrocchi, ora tocca a te: parlami della tua sessione d’esami e dimmi qual è stato l’esame che ti ha fatto passare le pene dell’inferno.
Mia mamma dice che se si raccontano gli incubi, dopo non li si sogna più: magari funziona anche con gli esami.
Se ti sei perso l’ultimo articolo di Whiri Whiri dedicato alle tipologie di professori, lo trovi qui: 6 tipi di prof che potresti trovare agli esami.
Ho letto questo l’articolo solo oggi ad esami ormai finiti……ma le osservazioni fatte servono per qualunque prova che la vita ci offra la possibilità di affrontare (sempre che poi si sia in grado di coglierla). La psicologia definisce questa capacità RESILIENZA ( da resalio ovvero la capacità di risalire fiduciosamente in barca dopo essere più e più volte caduti in mare). Non è solo, e tanto, una dote innata ma un’attitudine che si può imparare con la conoscenza dei suoi meccanismi (alcuni sono proprio quelli illustrati nell’articolo) e l’allenamento. Che bello leggere il suo articolo che trasuda di queste qualità! Il massimo è leggere che lei vinceva anche nelle sconfitte………perchè il concetto è che se ho dato il 101% di me stesso ho vinto la possibilità di superarmi e migliorarmi e poca conta se l’altro è stato più bravo ancora di me (buon per lui ). Cordiali saluti
Buongiorno Riccardo, la ringrazio moltissimo per questo commento. Ricevere complimenti fa sempre piacere, ma più di tutto mi rende felice che il messaggio sia passato. Giocare la partita dando il massimo per riuscire a migliorare se stessi. A presto!