Dopo la fase horror, mi sto ridando al fantasy.
Era tanto che non leggevo di draghi, magia e terre lontane, e con Il priorato dell’albero delle arance mi ci sono ributtata a capofitto.
Però non è di libri che voglio parlarti oggi, bensì di un confronto tra 3 serie tv fantasy, due delle quali molto recenti:
- Game of Thrones, per gli amici GOT, il fantasy drama della HBO tratto dai romanzi di J.R.R. Martin e durato per ben 8 stagioni;
- The Witcher, serie originale Netflix tratta dai romanzi di Andrzej Sapkowski, anche questa fantasy drama;
- Carnival Row, serie originale Amazon Prime dalle tinte noir che unisce il fantasy al poliziesco.
Dal momento che le ultime due sono solo alla prima stagione, ho pensato di recensire solo le prime puntate del Trono di Spade.
Una soluzione non troppo semplice – riuscirò a non farmi condizionare dal mio giudizio su tutto il resto? –, ma che penso possa fare piacere anche a quei pochi che non l’hanno ancora vista.
GOT, fantasy drama
Fan fact: non ricordo quanti anni avevo, ma ero al liceo. Un sabato pomeriggio ho fatto la solita tappa in libreria con una mia amica, per vedere le novità e se c’era qualcosa di interessante da leggere. Attirata dalla copertina con un drago, ho iniziato a scorrere le pagine. Dopo averne lette un paio, ho rimesso giù il libro: lo trovavo asciutto, noioso, quasi antipatico. Ricordo ancora di avere pensato che quel romanzo non avrebbe potuto avere successo. Si trattava delle Cronache del ghiaccio e del fuoco.
Al momento non mi vengono in mente serie tv che abbiano avuto lo stesso successo, a parte Beautiful che va avanti da troppe vite.
Scherzi a parte, la saga di GOT, prima ancora di essere famosa come serie tv, era famosa per i romanzi scritti da J.R.R. Martin, che continua a tenere all’amo i suoi lettori privandoli di un finale.
Alcuni hanno pensato si trattasse di una bieca strategia attuata per far decollare la serie e poi, BAM!, stupire con il finale cartaceo.
Altri ritengono che questo finale non lo leggeranno mai, quindi tanto vale buttarsi sulle fan fiction.
Romanzi a parte, com’è la serie tv?
O meglio: com’è la sua prima stagione?
Bella e coinvolgente.
Le parti che non funzionano passano in secondo piano, e i motivi sono due.
1. Ambientazione e intrighi
La storia di Game of Thrones ruota intorno al desiderio di conquistare il Trono di Spade dei Sette Regni, così da poterli controllare in qualità di Re o Regina assolut*.
Ci troviamo in un mondo immaginario, e le vicende narrate si svolgono soprattutto nei continenti Occidentale – Westeros – e Orientale – Essos.
Come la maggior parte dei fantasy, l’ambientazione è in stile medievale, elemento che apre le porte alla magia, a guerre di successione, draghi, mostri e profezie.
Nella prima stagione, nonostante l’aspetto magico e fantastico siano quasi assenti, ci troviamo davanti corti e regni davvero ben costruiti. È stato fatto davvero un ottimo lavoro con la fotografia e ho apprezzato molto la scelta dei colori fatta per rappresentare i diversi regni. Dal freddo nord al caldo di Approdo del Re, capitale dell’Occidente.
Rispetto ad altri fantasy letti, GOT si concentra sugli intrighi politici e la crudeltà del periodo, rendendo tutto molto più realistico. Aspetto che penso abbia contribuito alla sua fama, e che coinvolge dall’inizio alla fine dell’episodio, soprattutto grazie all’interpretazione di certi personaggi.
2. I personaggi
Penso che la forza di questa prima stagione stia proprio nei personaggi, che come accade nei fantasy sono davvero tanto.
Grazie alla sceneggiatura e alla presenza dei romanzi, la serie tv presenta protagonisti di spessore, a cui riusciamo ad affezionarci o di cui temiamo le azioni.
Un aspetto che ho apprezzato molto è la caratterizzazione femminile.
Le figure femminili non sono stereotipate e divise nelle solite due categorie: donzella e guerriera.
Ci troviamo davanti donne con caratteri molto diversi tra loro, anche nella loro similitudine: ognuna è forte, dolce o caparbia a modo suo.
Non penso che in questa prima stagione ci sia un personaggio venuto meglio di altri, perché devono ancora svilupparsi e mostrare il meglio – o il peggio – di sé.
Ma posso dirti il peggiore, il personaggio che se avessi potuto avrei strangolato io stessa dal primo episodio: Jon Snow, interpretato da Kit Harington, che non penso abbia capacità recitative.
E ora passiamo alla prossima serie, prima che qualche fan di Kit mi venga a prelevare.
Voto: 🤓🤓🤓🤯🤯 (valido solo per la prima stagione)
Serie tv HBO
Stagioni: 8
Tratta dai romanzi di J.R.R. Martin
The Witcher, serie tv fantasy dai toni trash
Dal Trono di Spade a The Witcher, due fantasy drama che non potrebbero essere più diversi.
Anche questa serie tv nasce da una saga – questa volta terminata – composta da: due raccolte di racconti, i 5 volumi che compongono la saga effettiva e uno spin off autoconclusivo.
Potrà sembrare di poco conto, ma il derivare da una storia già scritta aiuta molto la realizzazione della serie tv. Questo perché i personaggi risultano ben delineati, le vicende hanno una cronologia, che nel caso non convinca nel cartaceo può essere sistemata per la tv.
Con The Witcher questi si sono rivelati dettagli molto importanti, perché rispetto a GOT ci troviamo davanti a una trama non lineare, addirittura alcuni episodi mostrano due momenti della storia diversi e lontani, cosa di cui sono stata molto soddisfatta perché mi ha tenuta ancorata allo schermo nonostante si tratti di una seria che naviga nelle acque del trash.
The Witcher è la classica saga fantasy di cui mi nutrivo da adolescente, con un protagonista troppo fiQo per essere vero, di cui ogni donna è invaghita e gli uomini vogliono essere lui a tal punto da cercare di ucciderlo.
A questo però si sommano elementi davvero innovativi e interessanti, come la questione femminile – sì, anche qui.
1. Questione di potere
Come in GOT non ci troviamo davanti solo due versioni di donne, e risalta molto la questione del potere grazie a personaggi come la Regina Calanthe e Yennefer.
La regina Calanthe, nonostante venga rispettata dai sudditi e dai cavalieri anche come guerriera, si ritrova a fronteggiare una tradizione da sempre in mano all’uomo, diventando quindi una donna in un mondo maschile. Una situazione che le sta stretta e da cui cerca di svincolarsi in ogni modo.
Dall’altro lato abbiamo Yennerfer, con la quale si affronterà il tema della bellezza femminile come imposizione sociale e la maternità, che sembra non essere concepita concepita insieme alla carriera.
Se te lo stai chiedendo, no, Yennefer non è il mio personaggio preferito. Anzi, forse è quello che più mi ha delusa: penso avesse grandi potenzialità, nessuna delle quali è stata usata in modo sensato.
La sua figura finisce per fare da contorno, tanto da sembrare un’adolescente arrabbiata, e sopratutto dà l’idea di essere stata inserita solo perché si sentiva la necessità della storia d’amore.
2. Nostalgia del trash
In ogni caso, grazie ai numerosi spunti di riflessione la serie presenta il giusto livello di trash perché risulti godibile da tutti.
Rispetto a GOT, posso dire di sentire molto di più la mancanza del seguito con The Witcher, ma è per puro gusto personale: la serie non è realizzata meglio, anzi, si nota che il budget era inferiore. In una scena di combattimento sono certa di aver visto un braccio staccarsi dal proprietario prima che la spada lo colpisse.
Ma che ci posso fare, sono una nostalgica e questa serie fantasy mi riporta agli anni migliori della mia adolescenza 💛
Voto: 🤓🤓🤓😶😶
Stagioni: 1
Serie tv originale Netflix
Tratta dai romanzi di Andrzej Sapkowski
Carnival Row, fantasy poliziesco dai toni noir
Con Carnival Row credevo di avere trovato la serie tv fantasy perfetta: ambientazione Ottocentesca dai toni noir e con quel pizzico di thriller tipico dei gialli.
Pensa che ho pure pensato che Orlando Bloom avrebbe potuto cavarsela.
Ma questo è quello che si dice quando vuoi qualcosa a tutti i costi.
Lamentele a parte, questa serie tv manca di un romanzo alle spalle e si sente.
Raccontare un thriller, svelandone le componenti passo dopo passo non è una cosa semplice. Se poi la storia è ambientata in una sorta di America ottocentesca razzista, allora ti piace complicarti la vita.
1. I protagonisti: per me è no 🙅🏻♀️
La storia aveva tutte le carte in regola per parlare di problemi etnici, di guerra e tenere lo spettatore attaccato attraverso le indagini, purtroppo la scelta degli attori protagonisti trovo abbia rovinato parte della storia.
La fama di Orlando Bloom (Rycroft Philostrate) e Cara Delavigne (Vignette Stonemoss) penso abbia messo in primo piano la storia d’amore tra i due, invece degli omicidi.
A questo si somma la loro recitazione, che non ho trovato coinvolgente, anzi: li ho trovati pessimi 👎🏼
Oltre alla scelta di protagonisti poco adatti, c’è poi la nascita di una vicenda parallela, che vede coinvolti Imogen Spurnrose, una giovane aristocratica, e Agreus Astrayon, un fauno diventato ricco. Dal momento che appartiene a una specie differente, Agreus non è accettato dalla società, ma la fortuna vuole che Imogen navighi in cattive acque e questo apre le porte a un’alleanza: lei dovrà introdurlo in società e lui l’aiuterà a livello economico.
Per quanto la loro storia rispetti la tematica razzista, le vicende che li riguardano non fanno parte della trama principale che riguarda gli omicidi. O meglio, la famiglia di lei si ritrova legata agli omicidi, ma è più che altro una strategia – o scusa – narrativa.
2. Salti temporali e colpi di scena
Rispetto a The Witcher, i salti temporali non sono stati gestiti nel migliore dei modi. In un paio di puntate ho avuto la sensazione che gli sceneggiatori fossero tornati sui loro passi per fare andare la storia come volevano, anche se non quadrava.
Purtroppo per scoprire se ho ragione dovrò guardarmi la seconda stagione, anche se al momento dubito vedrà presto la luce 😅
Ma, ehi, con il Trono di Spade avevo detto lo stesso e si è vista com’è andata!
L’aspetto peggiore, però, sono i colpi di scena che in realtà non mi sono goduta: una vera sfortuna dal momento che ci troviamo davanti a un thriller poliziesco.
Soprattutto perché questo era l’elemento distintivo, quello che avrebbe potuto rendere accattivante una storia già sfruttata in più opere, e non solo fantasy.
Voto: 🤓😶😶😶😶
Stagioni: 1
Serie originale Amazon Prime
Eccoci arrivati alla fine Quattrocchi 😃
Che ne pensi di queste serie fantasy?
Le hai già viste? O conti di vederle?
Fammelo sapere nei commenti, magari aggiungendo un consiglio su cosa potrei mettermi a guardare ora 👇
Alla prossima!
Ciao PdQ, scrivo un commento per GOT in quanto “The Witcher” lo conosco solo per il videogioco, mentre “Carnival Row” non lo conosco per niente (P.S. non toccatemi Legolas!!!)
Quando mi regalarono la serie ristampata in 5 volumi, l’ho ribattezzata amorevolmente “Il tomo di spade” e ho iniziato a leggerla (devo ancora finirla ma ormai sono alla fine). Come per “Lo Hobbit” e “Il Signore degli anelli” mi ero ripromesso di guardare la serie TV solo dopo aver letto i romanzi, ma non ho resistito (Oscar Wilde docet) e ho guardato la prima puntata della prima serie. Prima di cedere alla tentazione, ascoltavo i commenti di amici appassionati e uno in particolare mi disse: “Vai tranquillo, la serie TV con il romanzo ci azzecca poco…”. Beh devo dire che non ho condiviso questa opinione. La prima puntata è un “Bignami” sul piccolo schermo.
Del romanzo ho apprezzato la mancanza del protagonista in quanto, quando credi di averne individuato uno, l’autore te lo “stronca” e dalla visione della prima puntata della serie TV ho avuto la stessa sensazione, nessuno è emerso in modo particolare da meritarsi questo titolo.
Inoltre, la serie TV, mi ha trasmesso le stesse “immagini” che si formavano nella mia mente durante la lettura, stessi scenari, paesaggi e soprattutto atmosfera.
Premetto che del linguaggio dell’autore non condivido in pieno le scene “soft porno” anche se, effettivamente, le descrizioni crude e schiette le rendono coerenti. Visti i tempi contingentati del video, nella serie TV speravo non fossero considerate, ma sceneggiatore e regista hanno optato per sottolinearle.
Una critica sulla serie TV la muovo verso il casting. Alcuni personaggi me li immaginavo diversamente. Daenerys Targaryen nel romanzo sembra la “Venere” venuta sulla terra ma Emilia Clarke, secondo il mio modesto parere, non rende. Eddard Stark me lo immaginavo di più come Bernard Hill anche se Sean Bean se la cava molto bene.
Arya Stark però no. Non ho nulla contro Maisie Williams ma me la immaginavo più come una Michelle Rodiguez anche se comprendo sia difficile individuare una singola attrice adatta ad interpretare una “bambina ribelle” che cresce fino a diventare adolescente.
Attualmente non ho ancora un personaggio preferito al quale mi sia affezionato ed è raro che in una saga come quella de “Il Trono di Spade” non lo riesca ad individuare, aspetto di finire gli ultimi capitoli per vedere se troverò o meno il Personaggio di questa affascinante serie che apprezzo e soprattutto, per gli amanti del genere, consiglio.
Ciao Fabio! Prometto, non dirò nulla su Legolas, ma a questo punto se dovessi guardare “Carnival Row” fallo con in mano il tuo dolce o cibo preferito: ti servirà da consolazione nei momenti più bui. Per quello che riguarda GOT, capisco cosa intendi: mi è capitato con tanti romanzi di essere delusa, perché ormai mi ero fatta un’idea sui personaggi e vederli con volti diversi non mi convinceva affatto. Ma come dici tu, deve essere difficile trovare qualcuno che resti nel cast per tutta la durata della serie (8 anni sono tanti), soprattutto quando inizi da bambina e ti ritrovi adolescente. Senza contare che il livello di recitazione potrebbe cambiare (per quanto affezionata alla saga di Harry Potter e per un periodo invaghita di Daniel Radcliff, ammetto che le sue capacità recitative lasciavano alquanto a desiderare).
Fammi sapere se dopo il videogioco guardarti “The Witcher”, io non vedo l’ora arrivi la seconda stagione 💛