Durante il liceo, ogni sabato ero a fare una vasca in centro.
È così che in molti dicono a Reggio Emilia, per descrivere una passeggiata lungo la via Emilia e le piazze principali.
Nonostante abbia passato in centro così tanti pomeriggi, non ho mai apprezzato la mia città.
Non mi sembrava così bella o ricca di luoghi dove andare.
Una parte del problema era dovuta alla mia età: quel periodo in cui non ti va bene niente, e se ti va bene non è comunque abbastanza.
Ora che il punto di vista è mutato, ci tengo a condividerlo. In preparazione alla giornata di domani, il doppio più importante: si festeggia il National Geographic Day, ma soprattutto è la Giornata della memoria.
Ecco perché voglio andare alla scoperta di Reggio Emilia, con le tappe che non mancano mai nelle mie vasche.
Via Farini e l’erbazzone
Molte mie vasche hanno inizio da via Luigi Carlo Farini, storico e politico italiano diventato dittatore dell’Emilia il 20 luglio 1859, e della Romagna dal 9 novembre lo stesso anno. E lo rimase fino al 13 marzo 1860.
In questa via si trova la nostra Biblioteca Panizzi. Punto di ritrovo per gli studenti, che per una pausa dalla sessione di studio si avviano al vicino caffè Farini.
Bar storico di Reggio Emilia dove ho preso numerosi tè con biscotti, estathè per i pomeriggi più caldi e pezzi di erbazzone. E se non sai di cosa si tratta, ti consiglio di entrare nel caffè per scoprirlo.
Piazza del Duomo, nei ricordi di mia nonna
Prosegui dritto per entrare in Piazza del Duomo o Piazza Camillo Prampolini, prima conosciuta come Piazza Vittorio Emanuele II. Il cambio del nome avvenne nel 1945, e la si dedicò a Camillo Prampolini, politico socialista italiano che si oppose al fascismo durante gli anni Venti.
L’aspetto odierno di questa piazza, risale al periodo rinascimentale.
Di questa piazza e dei suoi palazzi mi parlava spesso mia nonna materna. Tra i suoi ricordi, che ora custodisco, c’era il Bar Europa. Nel quale aveva lavorato da ragazza, mentre il fratello serviva al Bar Italia.
Mia nonna era nata nel 1927, e la sua giovinezza la passò nel periodo fascista. Durante il quale, mi raccontava, era meglio stare attenti a girare da soli.
A fine turno, la sera, lei aspettava sempre il fratello. E insieme facevano ritorno a casa a piedi. Una sera la fermarono degli uomini armati, per un controllo.
Il suo racconto qui si fermava, gli occhi allargati e un’espressione di vittoria sul viso: come a dirmi che ne era uscita.
E a me bastava così, e nella mia mente ho ancora l’immagine scura della piazza e degli uomini in divisa.
Su questa piazza si affacciano edifici importanti, quali il Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta. E la Torre campanaria dell’Orologio di Palazzo Monte di Pietà.
Costruita nel 1216, ora è sede della Banca Unicredit di Reggio Emilia.
Da notare a destra del balcone il calendario solare di origine francese. Il raggio di sole che alle 12 in punto penetra nel foro gnomonico, componente dell’orologio solare che proietta la sua ombra sul disegno, indica il mese corrispondente al segno zodiacale riportato all’interno del dipinto.
Da questa piazza puoi raggiungerne altre due: Piazza San Prospero, dove gustarsi lo gnocco di Melli, e Piazza Cesare Battisti, per i negozi.
Piazza San Prospero e il Panificio Melli
Da Piazza del Duomo procedi lungo Vicolo Broletto, anticamente cimitero del Duomo e realizzato nel 1488.
Passato il Vicolo, davanti a te si aprirà Piazza San Prospero, dove è collocata l’omonima Chiesa, dedicata al patrono della città.
Ai lati delle scalinate della Chiesa sono poste statue di leoni, sui quali tutti i bambini sono saliti almeno una volta. I più grandi dovranno accontentarsi di un selfie.
Se ti serve una pausa, direi che il Panificio Melli è quel che fa per te.
I coniugi Melli rilevarono il forno Montanari nel 1968, una scelta che ringrazio abbiano fatto nonostante i rischi.
Ma parliamo dei prodotti da forno. Erbazzone e pizza sono buoni, ma la cosa che più amo di Melli è lo gnocco. E se anche a te al solo pensarci viene fame, allora esagera e prendine un pezzo anche per me.
Piazza Cesare Battisti, da dove passa la via Emilia
Una volta superata la Torre campanaria, si entra in Piazza Cesare Battisti o Piazza del Monte. Punto nevralgico del centro, perché attraversata dalla via Emilia.
Davvero splendido è il Palazzo del Capitano del Popolo, costruito nel 1280 e di proprietà dell’antico Albergo Posta. Aperto nel 1515 come Ospizio del Cappello Rosso.
Non passa nemmeno inosservato Palazzo Bussetti (o Busetti), nato sotto richiesta di un’antica famiglia di commercianti di seta e ora sede di H&M.
Di questo palazzo ammiro sempre la lanterna, posta all’angolo dell’edificio, disegnata a inizio Novecento dall’artista Cirillo Manicardi.
Da Piazza del Monte puoi goderti la tua passeggiata lungo via Emilia Santo Stefano. Guarda le vetrine e cerca quella della Libreria all’Arco.
Ti avverto, se entri faticherai a resistere dal comprare qualcosa, ma un’occhiata le va data. Entra in tutte le stanze, sbircia ogni angolo, come se fosse la prima volta in una libreria. Questo è il posto in cui credo di avere passato più tempo durante la mia adolescenza.
I luoghi della memoria e le ultime piazze
Scendi lungo via Emilia Santo Stefano, e quando vedi Via dell’Aquila sulla destra, svolta.
Qui si trova la Sinagoga di Reggio Emilia, aperta al pubblico solo in occasioni speciali.
Le famiglie ebree entrarono a Reggio Emilia nel XV secolo, ma la Sinagoga maggiore presente in via dell’Aquila venne edificata solo nel 1673.
In questo luogo sono state poste le pietre d’inciampo in riferimento ai dieci reggiani morti ad Auschwitz.
Da qui, passa per via Monzermone e arriva in Piazza della Vittoria, collegata ad altre due piazze: Piazza Martiri del 7 luglio 1960 e Piazza dei Teatri.
Tra Piazza della Vittoria e i Giardini Pubblici, è stata eretto nel 1927 il Monumento ai Caduti.
Da ragazzina l’ho sempre trovata una statua emozionante, e credo che lo scopo fosse lo stesso quando venne ideata. Anche se a me mancava il contesto in cui inserirla.
Si tratta di una statua creata secondo l’ideologia fascista del periodo, che spingeva per rafforzare il nazionalismo e dare valori sempre più forti.
È ora di prendersi una pausa per guardare il Teatro Municipale “Romolo Valli”, alla cui sinistra si trova il Monumento alla Resistenza reggiana. Inaugurato il 25 aprile 1958.
Non molto distante, si trova la statua realizzata nel 1972 da Giacomo Fontanesi, in ricordo dei cinque reggiani uccisi dalle forze dell’ordine il 7 luglio 1960.
Questa è la mia Reggio Emilia, con le sue storie e il suo passato, che ci ha portato fino a qui.