Ci siamo, sono su un comodino. Su quel comodino, insieme alle tre menti che hanno dato vita al magazine di pop culture che tanto adoro e che adorerai anche tu.
Questo se già non lo conosci, perché tra eventi dal vivo e iniziativi digitali, Comò Mag. è ormai un sito di riferimento per chi si interessa di illustrazione, fotografia e desidera condividere le proprie esperienze.
Forse per la prima volta, si ritrovano a rivelare cosa si nasconde nel loro cassetto, e trattandosi di un comodino di idee pop non rimarrai delus*.
Raccontate com’è iniziato tutto. Era una notte buia e tempestosa come per Snoopy oppure l’ombra di Peter Pan è comparsa alla vostra finestra?
Tutto è iniziato bevendo un mojito. Come quasi tutti i nostri progetti!
Eravamo a una serata in un locale tutti e tre: Carlotta, Chiara e Nicolò. Avevamo da poco concluso l’avventura di una web serie creata insieme e abbiamo sentito il bisogno di inventarci qualcos’altro per fare i pazzi. Era il momento boom dei blog sul web, tutti condividevano le loro passioni su tumblr, blogspot, flickr.
Così abbiamo deciso di salire sulla nave anche noi!
Abbiamo iniziato per gioco, pubblicando articoli che rispecchiavano la personalità e gli interessi di ognuno di noi. Per prenderci in giro ripetevamo a noi stessi: “sappiamo fare delle cose!”.
Pian piano il gioco si è fatto serio, il blog è diventato un vero e proprio magazine online, abbiamo iniziato a girare per l’Italia, ad avere collaboratori e autori nuovi, insomma siamo cresciuti e questo ci ha riempiti di entusiasmo!
Lo spazio del Comò sembra uscito da un libro di favole.
Come avete scelto il tono da dare al vostro magazine?
In realtà non lo abbiamo proprio scelto: tutto è avvenuto in maniera molto naturale. Abbiamo semplicemente reso materiale e virtuale ciò che eravamo e che siamo.
Abbiamo fatto riunioni su riunioni (seduti al tavolo di una birreria ovviamente) e abbiamo definito ciò che ci frullava per la testa rispetto a idee, colori, rubriche. Volevamo arrivare a persone simili a noi, essere un luogo confortevole e di svago, un salotto accogliente.
Vi ricordate il primo articolo pubblicato? Che sensazione vi dà ripensarci?
Ripensiamo ai “noi delle origini” con molta tenerezza e con un po’ di invidia per la giovane età perché eravamo fiduciosi e inconsapevoli. Il primissimo articolo pubblicato, su un super basic blog di Google, se non ricordiamo male doveva essere di Carlotta e faceva parte della sua rubrica “Pigiama Party”.
Tema?
Forse parlava di brufoli.
Qual è la rubrica del Comò a cui tenete di più?
Ognuno di noi potrebbe rispondere con il nome di una rubrica diversa perché tutte (a loro modo e a loro tempo) sono state importanti per qualcuno di noi tre.
Se parliamo delle origini, sicuramente non possiamo non citare la Fuffa del mercoledì, serie di articoli scritti a sei mani dove, in maniera personale e ironica, esprimevamo il nostro punto di vista su temi di “scottante” quotidianità.
Anche Vita da Igers, rubrica di interviste a giovani social-fotografi, ci ha dato grandi soddisfazioni, diventando negli anni anche il punto di partenza per due esposizioni fotografiche. Arrivando ad oggi, invece, sicuramente citiamo Occhiali rosa, che ci ha portato a conoscere donne piene di talento e visioni positive.
Dal magazine online al Lab. Più che un passaggio si tratta di un prolungamento.
Come siete arrivati a crearlo? Sono due spazi che si completano o restano divisi?
Il Lab. è nato da un esigenza personale e lavorativa di due di noi: Nicolò e Carlotta. Ci occupavamo di video, animazione e illustrazione ma avevamo voglia di farlo a nostro modo o, quantomeno, di provarci.
Così nell’estate del 2016 abbiamo lasciato i nostri rispettivi lavori e abbiamo iniziato a progettare un nostro studio, tra creatività, arte e comunicazione.
A settembre dello stesso anno abbiamo aperto la partita iva e ci siamo buttati con le idee – solo apparentemente chiare – e una strada professionale da costruire un passo alla volta.
L’idea di mantenere il nome Comò, anche in questa nuova esperienza, è nata spontaneamente. Ci siamo sempre identificati in questo nome e nella sua filosofia in modo sincero.
Così è nato Comò Lab, studio creativo che si occupa di idee e immagini, e, come giustamente dici, prolungamento del magazine Comò Mag. Le due realtà si occupano di cose diverse ma lo fanno in modo simile e con obiettivi complementari.
Vi impegnate in tantissimi progetti, sia nel Mag. sia nel Lab. Qual è quello che vi ha dato più soddisfazione?
Scegliere solo un progetto è difficile, perché negli anni tante esperienze sono state tasselli fondamentali della piccola storia del Comò. Se proprio dobbiamo sceglierne uno, possiamo citare il Creativity Day dello scorso autunno a Milano.
Nella giornata dedicata alla creatività e comunicazione digitale abbiamo curato l’allestimento di uno spazio con attività interattive per i partecipanti all’evento; gestito un talk live con fantastici ospiti!
È stata un’esperienza bellissima, sia perché abbiamo potuto lavorare su un progetto visivo completo (dalla scelta del set, alla scrittura delle domande) sia perché ci è stata lasciata grande libertà e fiducia dall’organizzazione.
Che meraviglia!
Per noi essere Quattrocchi significa confrontarsi, essere curiosi, guardare le cose in una nuova prospettiva.
In che modo ritenete di essere Quattrocchi?
Siamo Quattrocchi sicuramente perché non smettiamo mai di metterci in discussione, provare a migliorare e reinventarci.
Non abbiamo paura di buttarci in nuove avventure!
Siamo fan delle serate tranquille in casa a guardare film accoccolati nella nostra comfort zone ma un secondo dopo siamo pronti per infilarci una camicia colorata e correre a una festa in maschera.
Ammetto di essere curiosa di sapere cosa c’è nel vostro comodino, ora che siete cresciuti da quel primo articolo pubblicato.
Abbiamo fatto questa domanda a così tante persone che ora dover rispondere noi a “cosa c’è nel tuo cassetto” è emozionante!
Nel nostro cassetto ci sono tante, tante, tantissime foto in cui siamo bellissimi e altre in cui siamo buffi e sfocati. Le conserviamo tutte! Ci sono foglietti di To Do List mai completate e sogni da realizzare scritti a matita. Ci sono lettere mai spedite, caramelle avanzate da Pigiama Party, un paio di Occhiali Rosa, una mappa illustrata di Reggio Emilia, profili Instagram molto belli e Oroscopi Brutti. Ma soprattutto ci sono incontri con persone uniche che non avremmo mai potuto conoscere se non avessimo intrapreso questa esperienza. Ci sentiamo molto grati per questo.
Concludete l’intervista con il vostro motto. Se non ne avete uno, inventatelo sul momento!
Il nostro motto è “fai spazio nel tuo cassetto”, per ricordarci che anche quando ci sentiamo un po’ pieni e sopraffatti c’è sempre qualcosa che può alleggerirci, ispirarci o farci sorridere.
In alternativa, il nostro amico mojito è sempre disponibile!