Dopo aver parlato di webcomics con Cat’s Café, torno sull’argomento fumetti e illustrazioni con un fenomeno online che sta prendendo piede da alcuni anni, il cosiddetto Inktober, cioè “Ottobre d’inchiostro”.
Si tratta di una sfida a cui tutti gli illustratori che lo desiderano possono partecipare liberamente: il primo a intraprenderla è stato Jake Parker, insegnante, scrittore e disegnatore dello Utah, che nel 2009 ha cominciato a pubblicare un disegno al giorno per migliorare le sue capacità da inchiostratore e sviluppare la sua creatività.
Da allora la competizione è cresciuta fino a diventare un movimento virtuale a livello mondiale, con anche una lista di temi ufficiali, suggeriti per aiutare chi partecipa a trovare nuove idee giorno per giorno.
Ma perché spiegarlo io, quando posso farvi leggere il punto di vista di cinque giovani illustratori che hanno partecipato in prima persona?
Ecco Gabriele, Giulia, Francesco, Alessandro e Giorgia!
Gabriele Bollassa
Gabriele nasce a Torino nel 1997.
Comincia a muoversi tra fumetto e illustrazione dal 2013. Nel 2014 e 2015 collabora con l’animatore Fabio Ramiro Rossin alla realizzazione di un cortometraggio per EXPO2015 e alle scenografie animate dello spettacolo Cannibali per la KRONOTEATRO.
Fonda insieme a Roberto D’Agnano la Fotonico Crew, gruppo composto da 4 giovani autori che si occupano di webcomics e autoproduzione.
Dal 2016 collabora come illustratore per la Prott Edizioni, e dal 2017 ne è l’art director, contemporaneamente al lavoro di grafico e illustratore freelance che vede tra i suoi clienti Tollegno1900, ACTA Progetti, Polodel900 etc.
Nel 2018 comincia a frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia di Torino.
Questa è stata la mia prima vera esperienza con Inktober, dove ho cercato una maggior continuità rispetto all’anno scorso. Non sono ancora riuscito a mettermi in pari con tutti i giorni, ma ci sto lavorando!
Mi interessava provarlo per due motivi: da una parte, la sfida di ricerca personale che c’è dietro lo sforzo di produrre un’illustrazione originale al giorno, dall’altra il ritorno di pubblico che tramite Instagram soprattutto si può ottenere.
Oltre alla scuola, lavoro ormai da un paio d’anni come illustratore freelance, e mi sono accorto che le tempistiche delle scadenze, il lavoro con i clienti e i compromessi che fanno parte di questo lavoro ti portano ad avere sempre meno tempo per sperimentare e ricercare una tua voce, o semplicemente disegnare per il gusto di farlo diventa un’attività rara. Così questa è stata una bella occasione di ritrovare me stesso tornado di volta in volta alla carta, all’acquerello, o al digitale. Ho trovato soluzioni grafiche che sicuramente adotterò nei miei lavori futuri, e mi è servito per allenarmi a creare immagini evocative che siano in grado di suggerire una storia con poche pennellate. Inoltre, c’è da dire che di list per l’Inktober ne esistono a bizzeffe, e io ne ho scelta una in particolare: ho seguito lo shaketober, indetto da un piccolo editore di fumetti indipendenti di Bristol chiamato Shake Bristol (cercateli su IG!), dato che ho intenzione nei prossimi tempi di pubblicare le mie storie brevi a fumetti su Zine in giro per l’Europa del nord e dell’est.
Lontano dai nostri sguardi di provincia avvengono molte cose interessantissime e mi son detto: perché non provare a farne parte? Pur non avendo rispettato la regola di lavorare solo in bianco e nero, e avendo mancato alcuni giorni, ho intenzione di concludere tutto quanto nelle prossime settimane, e stampare un piccolo booklet da mettere in vendita sul mio BigCartel. Spero che il resoconto della mia esperienza sia stato utile a qualcuno, e che anche voi possiate dedicare del tempo ai vostri disegni, sperimentando e fregandovene di tutte queste regole come ho fatto io!
Giulia Giaccaglia
Giulia ha eseguito diversi generi di illustrazioni e fumetti per associazioni e blog.
Il suo progetto più recente è la collaborazione a La trama e l’ordito della rivista Diacronie-Studi di Storia Contemporanea.
L’Inktober è un gioco di resistenza in cui i progetti e le buone intenzioni si scontrano con una serie di eventi inaspettati.
Questo Ottobre ho pescato troppe carte imprevisti e mi sono miseramente arenata intorno all’11 del mese.
I restanti disegni, che in parte esistono già o sono solo stati pensati, spero vedano la luce in un prossimo futuro. Questo perché mi sono imbarcata in questa pazza e suicida missione di voler disegnare le storie del folklore della mia regione (le Marche): una cosa che avrei sempre voluto fare.
L’Inktober è stato il pretesto per dare inizio a questo progetto e, soprattutto, sfidare me stessa nel provare a mettere nero su bianco idee che mi frullavano da un po’ in testa, sperimentare con l’inchiostro, fare tanto esercizio.
Di fronte al mio ritardo sulla tabella di marcia, direi che mi sono andata a complicare la vita imponendomi determinati temi, tecniche ed aspettative. La situazione sarebbe stata più gestibile (considerando le difficoltà nel trovare tempo per disegnare degli ultimi tempi) scegliendo la via della semplicità.
Vedrò di imparare per il prossimo ottobre, ma non prometto nulla…
Francesco Mazzoli
Francesco D. Mazzoli nasce a Cesena nel 1991.
Dopo due anni alla PGM di Bologna nel corso di fumetto avanzato prosegue gli studi alla scuola di fumetto di Reggio Emilia.
È appassionato d’arte, cinema e musica, ma il tutto per lui verte in una sola direzione: realizzare storie a fumetti cercando di catturare il meglio e il peggio dalla realtà e dalla fantasia.
Ha collaborato con due riviste, la Bad Moon Rising e Amianto, due collettivi di ragazzi che fanno dell’ottima autoproduzione.
Nato come gioco, sfida e poi divenuto un evento atteso e quasi temuto da tutti, l’Inktober è un ottimo pretesto per allenarsi con l’inchiostro, dimostrando a se stessi che la costanza premia e ti permette di migliorare nel disegno, non penso sia solo una manciata di trentuno giorni nella quale ti impegni a sfornare sketch, ma che sia il riscaldamento per proseguire durante tutto l’anno in quella folle partita nella quale i disegnatori, studiando, scoprendo, soffrendo e ridendo, maturano nel loro universo artistico…
Alessandro Spedicato
Alessandro Spedicato è nato a Vicenza nel 1993, fin da piccolo ha sempre avuto una grandissima passione per il disegno e per i cartoni animati.
Dopo aver frequentato l’Istituto Tecnico Artistico nella sua città natale, decide di trasferirsi a Bologna e continuare il suo percorso artistico all’Accademia di Belle Arti.
Dopo la laurea triennale, decide quindi di seguire la sua passione per l’animazione e si trasferisce a Torino, dove al momento frequesta il Centro Sperimentale di Cinematografia Dipartimento Animazione.
Contemporaneamente lavora come artista freelance e teedesigner.
Come un anniversario da ormai ogni anno, partecipo all’Inktober. Per quanto possa sembrare assurdo, quando si arriva verso metà settembre è come se scattasse qualcosa, una sorta di ansia verso il mese di ottobre, inizi a guardare in internet le più improbabili liste che di anno in anno vengono create (inizialmente ne esisteva solo una, poi col passare del tempo oltre a quella ufficiale ne vengono create di secondarie).
Una volta scelta la lista più adatta a te, inizi a pensare al materiale necessario per poterlo fare, e quindi cerchi di recupare le penne/pennarelli che ti mancano, diventa quasi una specie di rituale (ride).
Una volta che lo inizi ti senti quasi in dovere di doverlo continuare, tanto che cerchi di tagliare più tempo possibile durante gli impegni della giornata.
La cosa bella dell’Inktober alla fine è proprio questo, è quasi un ritorno a quella che era la passione del disegno iniziale, quando cercavi di disegnare quando potevi, quando finivi di fare i compiti, cercando di disegnare il più possibile.
Oltre al fatto che ti permette di uscire anche un po’ da quella che è la tua comfort zone, avendo dei temi preimpostati può capitare di imbattersi in soggetti che non senti necessariamente affini o che non hai mai disegnato, e questa è un’altra bella sfida per noi disegnatori, ti metti in gioco per quanto poco.
Purtroppo io ammetto di non essere mai ancora riuscito a farne uno per intero, arrivare a 31 disegni in un mese.
Quest’anno però ho superato il mio record (di solito duravo una settimana) e sono arrivato a farne 21 su 31.
Un consiglio che posso dare a chi volesse iniziarlo è quello di non farsi prendere troppo dall’ansia, come succede a me molto facilmente, ma di viverlo con più calma e passione possibile, se non si riesce a completarlo non crolla il mondo, non deve essere una forzatura o una cosa imposta, è fatta per divertirsi alla fine!
Giorgia Ubaldi
Giorgia ha frequentato il Corso di Perfezionamento della Scuola del Libro di Urbino in illustrazione e animazione, e ora frequenta il corso triennale di Cinema Sperimentale indirizzo animazione di Torino. Ha partecipato al progetto Kappa con le illustratrici Grimm Twins, a un’esposizione a Yokohama e a una mostra all’interno di “Animavì – International Film Festival of Poetic Animation” di Pergola. Ha pubblicato nel catalogo Sherlock Holmes e il caso del rinoceronte scomparso edito da Notte di Fiaba – Orecchio Acerbo.
La mia esperienza con Inktober potrei definirla semplicemente come positiva, l’ho trovata motivante sia per le tematiche e competitiva per quanto riguarda l’immaginario comune: fare qualcosa di particolare e originale, non solo banalmente bello come purtroppo spesso accade, inoltre è un ottimo modo per migliorare la propria manualità “costringendoti” a disegnare ogni giorno per stare al passo con la tabella di marcia.
Anche il fatto che sia ink–tober l’ho trovato molto interessante, quindi saper creare un’immagine accattivante in bianco e nero rende ancora più stimolante la sfida.
Io ho seguito e seguo tutt’ora le regole dell’Inktober e prendo come riferimento la lista principale.