Se avete seguito la nostra estate da #QuattrocchiInVacanza, sapete che ho iniziato le mie ferie da “dylaniata” con l’edizione speciale Color Fest di Dylan Dog, intitolata Creepy Past, perciò ricomincio a tema!
Ho scoperto l’esistenza di un crossover tra la saga di Dampyr e le avventure di Dylan Dog poco prima della fine di Agosto, quando la Sergio Bonelli Editore ha cortesemente provveduto a pubblicare le due storie in un unico volume, evitandomi di impazzire fra fumetterie e rivendite online alla ricerca dei numeri.
Da semplice lettrice, da fan, ho sempre pensato che sarebbe stato entusiasmante far trovare un punto d’incontro alle due testate, ma non potevo lontanamente immaginare quanto lavoro tutto ciò avrebbe previsto e che risultato sorprendente sarebbe stato ottenuto, al di là di ogni mia aspettativa.
La storia del volume
Il 28 luglio 2017 è uscito Arriva il Dampyr, il numero 371 di Dylan Dog, dove era illustrata la prima parte di una storia in cui Dylan è coinvolto in un incontro/scontro con Harlan Draka, il Dampyr. Il successivo 3 Agosto il numero 209 di Dampyr, intitolato L’indagatore dell’Incubo, concludeva l’avventura. Gli autori della storia sono Mauro Boselli, uno dei creatori della serie di Dampyr, e Roberto Recchioni, il curatore di Dylan Dog.
Come potete notare da questa particolare suddivisione, si tratta di un crossover all’americana, che inizia in una testata e finisce nell’altra, un’operazione nuova per la Bonelli Editore che ha contribuito a creare il fascino di questa storia. In realtà, già due volte in passato si era pensato ad una congiunzione in un qualche numero speciale, ma il progetto non era mai andato a buon fine. Questa volta, invece, il risultato è già considerato un classico della Bonelli dopo un solo anno di vita.
Tuttavia, far incontrare i due universi non è stato facile solo perché entrambi condividono un’ambientazione oscura, poiché tra i due sussistono delle forti differenze, come il fatto che i numeri di Dampyr hanno una continuità mentre la maggior parte degli episodi di Dylan Dog sono autoconclusivi o che il linguaggio e lo stile sono diversi. Si può notare un riferimento a questi punti in una battuta di Harlan Draka, che si rivolge a Dylan Dog affermando: “Questi sono i miei vampiri, non i tuoi!“, in un breve flash di meta-narrazione che giustifica la presenza di creature diverse da quelle inserite nelle avventure di Dylan Dog finora.
Dato poi che si tratta di un crossover all’americana, perché non dotarlo anche di un easter egg? Ognuno dei due episodi ha avuto una doppia edizione con due copertine differenti che compongono un’immagine unica, se avvicinate.
La storia nella trama
Le due puntate hanno due stili molto diversi: la prima, ambientata a Londra, assomiglia ad un film di azione e spionaggio, in cui i Signori della Notte, i vampiri più antichi, si presentano come magnati dell’industria invischiati in giochi di potere insieme al subdolo John Ghost o hooligans equipaggiati con armi dei nostri giorni e tecnologie moderne; la seconda, invece, si svolge sulle isole scozzesi e diventa un vero e proprio fantasy, pieno di antiche leggende che prendono vita.
Forse ispirata dal successo della serie Vikings, la trama della storia riguarda i vichinghi di Ragnarr Loðbrók e la sua inseparabile skjaldmær Lagertha che, tuttavia, non sono gli eroi della storia come nella serie tv, anzi, sono gli antagonisti: vampiri millenari ancora assetati di sangue e potere che Dylan e Harlan devono fermare collaborando.
È interessante vedere come alcuni elementi leggendari o storici compaiono nel corso della narrazione reinterpretati alla luce dell’universo di Dampyr: ad esempio, compaiono i temibili guerrieri berserker, gli inarrestabili, che sono tali in quanto lupi mannari, e compare Taliesin, che in alcune versioni del ciclo bretone è uno dei nomi di Merlino che nacque dall’unione fra sua madre umana e un demone, qui citato come antico Dampyr (quindi figlio di una donna umana e di un vampiro).
Non mancano i riferimenti alla cultura pop come Blade, Buffy, e 007, che convivono con il folklore delle Highlands, come la figura della selkie, la creatura mitologica dalle sembianze sia di foca che di donna. Accanto a ciò, si trovano puntuali riferimenti storici, come l’assedio di Parigi dell’845 d.C. La forza della storia sta proprio nel fatto che questi elementi non si limitano a coesistere, ma collaborano in armonia alla creazione di una storia avvincente. Niente stona.
Le relazioni fra i personaggi
Sia Dylan Dog che Harlan Draka sono due personaggi molto forti, ben definiti nei loro tratti specifici e protagonisti delle rispettive testate. Immaginarli insieme potrebbe far supporre il rischio di cadere in una situazione del genere “due galli nel pollaio”, ma anche in questo caso Recchioni e Boselli ci sorprendono, perché i caratteri dei due personaggi si completano tra loro, con Harlan da una parte, uomo d’azione più che di parole, deciso, sicuro, e Dylan dall’altra, riflessivo, pieno di nevrosi, ma con un grande cuore. E poi c’è un tripudio di spalle comiche che alleggeriscono la tensione al momento giusto: l’improbabile Groucho incontra Tesla e Kurjak, i degni assistenti di Harlan dal grilletto facile e poco abituati agli sproloqui. Potete immaginare…
Il volume si conclude con un finale un po’ aperto, che lascia uno spiraglio di speranza per tutti i lettori dell’una o dell’altra serie che, come me, hanno divorato la storia con entusiasmo. In fondo, questa storia ci dimostra che con Harlan e Dylan tutto è possibile… Giuda ballerino!