Se usate i social non può esservi sfuggito l’hashtag #premiosenza, un premio alla sua prima edizione indetto da Foodtastica, azienda che narra online lo stile di vita e il cibo italiani ed europei.
Il 18 novembre si terrà la premiazione dei migliori prodotti Free From tutti Made in Italy, accuratamente testati da una giuria di 30 esperti, e noi di Quattrocchi ci tenevamo ad appoggiare l’iniziativa.
Avere un’intolleranza (o un’allergia) alimentare è una bella sfida.
Uscire con gli amici, andare a casa di qualcuno per pranzo, assumere medicinali (sì, c’è anche questo) è come camminare sulle uova: estenuante, soprattutto agli inizi.
Ci si deve ambientare e sono necessari dei sacrifici, oltre a un certo rigore.
Ma tutto questo è sempre molto facile, se non sei tu che lo devi affrontare!
Ecco, quindi, cinque affermazioni decisamente fuori luogo che gli intolleranti al lattosio si sentono rivolgere spesso.
Anzi spessissimo, parola di un’intollerante!
1. La finta rinuncia
Beh, alla fine non mangerai solo i dolci. Così eviti di ingrassare, beata te!
Appena scopri di essere intollerante al lattosio, ecco che i cancelli dell’inferno si chiudono.
Sembra una cosa bella, ma addio merendine, McDonald, caffè in capsule e dolci in generale quando sei fuori a cena.
Non è necessario che prima ti abbuffassi di queste cose, è comunque una rinuncia, anche se piccola.
E piano piano ci si accorge che “Accidenti, ma il lattosio è anche lì dentro?!”, perché il lattosio è nel film che avvolge le pillole di antistaminici, nella pasta della pizza di alcune pizzerie e in alcune salse o sughi.
Si potrebbe andare avanti per giorni, ma tranquilli, per voi che siete intolleranti un rimedio c’è. Cosa che non si può dire per chi vede nella vostra difficoltà una fortuna…
Negli ultimi anni, lo stile vegan è diventato moda oltre che un’esigenza. E ogni giorno troviamo nuovi biscotti, fette di pane da toast, gelati e altri prodotti utili per la nostra colazione e sopravvivenza.
Per gli antistaminici e i medicinali, invece, non affidatevi solo all’accuratezza del vostro medico: il farmacista potrebbe proporvi una pastiglia generica quando a voi gioverebbe quella specifica con lo stesso principio attivo ma senza lattosio!
Ricordatevi di specificare sempre la vostra intolleranza, così da potervi curare senza effetti indesiderati.
2. Accontentati e andrà bene
No, tranquilla, al ristorante per Capodanno faranno comunque le pizze. E tu puoi prenderne una rossa!
Superata una prima fase di timore e terrore, durante la quale si faticava a mettere fuori di casa un dito, andare al ristorante non ti sembra più un’impresa impossibile.
Addirittura andarci per le feste, come Capodanno nonostante i menù fissi, ti sembra quasi fattibile… E poi arriva “il mediatore”.
L’unica richiesta era poter concordare con il ristorante un menù personalizzato. Chiamare, sentire se era possibile e nel caso lo fosse stato, presentarsi alla cena.
Il mediatore, però, dice che non ha senso farsi troppi problemi, perché basterà accontentarsi di un piatto semplice, una pizza rossa per esempio, anche se è Capodanno.
Lui? Lui mangerà: tre antipasti, due primi, un secondo e due contorni. Seguiti da sorbetto, dolce, caffè e ammazza-caffè. Perché, dai, alla fine è Capodanno!
Visto che è Capodanno per tutti, accontentarsi non è una scelta da prendere in considerazione.
Informatevi, chiamate il ristorante e cercate di capire se sono in grado di gestire un’intolleranza. Se non lo sono, pazienza, si cambia ristorante. A meno che la compagnia non preferisca il posto a tavola alla vostra presenza. In tal caso cambiate compagnia e tanti saluti!
Inoltre, alcune pizzerie mettono un goccio di latte nell’impasto o spennellano del latte sulla pasta prima di metterci gli ingredienti. E anche qui, è sempre bene chiedere per sicurezza.
3. Prenditi una pausa
Cosa vuoi che sia sgarrare una volta!
L’intolleranza è difficile per chi ce l’ha, ma molto di più per chi non ce l’ha.
Viene percepita come una dieta alla quale possiamo dare un freno una volta ogni tanto, proprio come accade per tutte quelle diete iniziate in previsione dell’estate.
Non è così che funziona, e lo sappiamo bene, anche perché questa dieta non ce la siamo scelta. Da qui il rigore di cui parlavo all’inizio.
4. Non è così terribile
Ma sì, al più avrai un po’ di mal di pancia!
Non siamo tutti uguali, nemmeno quando si tratta di malattie, allergie o intolleranze.
Ogni corpo reagisce a modo suo, e quello che comporta lo può sapere solo il diretto interessato.
Si può soffrire di forti crampi, fitte o bruciore di stomaco. Più o meno forti, e in ogni caso procura danni fisici assumere lattosio, perché è così che funziona un’intolleranza.
5. Questione di gravità
Alla fine non rischi mica chissà cosa, non è un’intolleranza grave.
Per mesi siamo stati male e non capivamo cosa fosse. Poi ci arriva il referto medico e siamo contenti e turbati allo stesso tempo: la testa si riempie di domande, ma tiriamo un respiro di sollievo perché almeno ora sappiamo di cosa si tratta.
Ci consoliamo pensando che non è così grave, sappiamo benissimo che ci sono malattie peggiori, ma non penso sia giusto fare a gara.
Essere intolleranti è un difetto, ma quanto sia grave può deciderlo solo chi lo è.
Non c’è bisogno di rischiare qualcosa di grosso per essere tenuti in considerazione, come non è d’aiuto ritenere di essere quelli messi peggio.
Vi rivedete in questi #5tipidi? Fatecelo sapere in un commento o sui social, e non scordatevi di seguire la campagna #premiosenza su instagram, twitter e facebook!
E se volete scoprire di più sulla gara e chi partecipa, date un’occhiata sul sito e a tutti i gustosi prodotti Free From.
Mi ci ritrovo un sacco, ma quello che è peggio che a fare questo genere di commenti sono quelle persone che dicono di volerti bene, ma che non riescono a comprendere quanto sia difficile per te
La sensazione non è bella, e certo non si risolverà con semplicità. Far capire alle persone come ci si sente non è così facile. Il lato positivo, però, c’è: a differenza di terze persone, che non ti conoscono e con cui non hai un rapporto solido, quelle che ti vogliono bene sono interessate a capirti. L’importante è non rinunciare al dialogo 😉