Il mondo ha bisogno dei tuoi racconti.
Questo il motto del sito web dedicato al National Novel Writing Month, da cui nasce il nome NaNoWriMo.
In America novembre è il mese dedicato alla scrittura, e questa cosa mi ricorda molto le challenge a cui partecipavo sui siti di fan faction o tramite live journal, una vecchia piattaforma blog che andava ancora con l’HTML.
Erano periodi neri per qualsiasi cosa, ma quando si trattava di scrivere storie ero una persona felice.
Quindi ne approfitto per darti 4 consigli per produrre racconti, o anche articoli da blog!
1. Scrivere con Story spinner
Uno dei siti che ha accompagnato le mie ore di scrittura è stato Story spinner.
Mi è stato utile per combattere la pagina bianca e i momenti di blocco dello scrittore, oltre a spronarmi a scrivere storie sempre diverse.
Story spinner mette a disposizione l’ambientazione, l’attacco del racconto e quattro parole che dovranno comparire nella tua storia.
Per rendere le cose ancora più difficili, puoi seguire il comando finale: impostare un timer di dieci minuti.
Trovo sia un ottimo modo per esercitare la fantasia, o per sperimentare generi e ambientazioni che non si prenderebbero in considerazione.
Avere un gruppo di parole obbligatorie e un inizio impostato, mi ha ispirato trame drammatiche piuttosto che comiche. Così come la costruzione dei personaggi si è rivelata più avvincente: li scoprivo solo andando avanti nella scrittura.
Avventuroso, non trovi?
2. L’insicurezza degli avverbi
Questo secondo consiglio parte dalla valutazione dei miei stessi contenuti, scritti e parlati. Mettiti comodo, Quattrocchi, perché qui la riflessione va per le lunghe…
Al liceo mi sono accorta della quantità esagerata di avverbi che pronunciavo.
Da quel momento ho iniziato a notare che non ero l’unica.
Mentre si parla si pronunciano molti più avverbi di quel che si pensa o si vorrebbe, e questo si riflette sulla parte scritta. Viene spontaneo, infatti, scrivere nel modo in cui si è soliti parlare e questo non porta buoni risultati.
Gli avverbi servono per determinare il significato di un verbo, di un aggettivo o di un altro avverbio.
Quando finiscono in “mente”, le parole si allungano e riempiono il discorso fino a farlo diventare pesante.
Bisogna cercare di limitarli, dosarli all’interno del testo, così da non rischiare di proporre al lettore pensieri poco chiari.
Anche se con gli avverbi si vorrebbe produrre l’effetto opposto.
Penso, infatti, che l’avverbio mascheri la nostra insicurezza.
Nell’usarlo vogliamo essere certi di fare arrivare un messaggio (sostanzialmente ritengo che i suoi dubbi non siano fondati| generalmente mi lascio catturare dalla copertina di un libro), rendere più incisiva una descrizione (l’ambulanza arrivò esattamente in quel momento). E se davvero fossero limitati a qualche rara occasione non metterei in discussione la loro efficacia.
Inoltre il tuo racconto funziona benissimo anche senza: provaci!
Alleggerisci i paragrafi, rendi la lettura più fluida e mira a stupire il lettore con le tue descrizioni oppure con i dialoghi!
3. Creare dialoghi reali
I dialoghi sono sottovalutati.
In molti romanzi ho trovato dialoghi irreali e senza spessore.
Penso invece che i dialoghi sorreggano la trama, la portino avanti e chiariscano quello che la pura narrazione non può fare.
Nei dialoghi si celano o si esprimono i pensieri dei personaggi, e immagino sia proprio questo che li rende tanto complicati.
Il mio consiglio è di mettere nero su bianco dialoghi che hai provato sulla tua pelle, da quelli densi di riflessioni a quelli carichi di rabbia.
Una sorta di diario delle tue conversazioni, a cui potrai attingere nel momento in cui i tuoi personaggi dovranno interagire tra loro.
Questo è solo una parte del lavoro che dovrai fare.
Mentre parli escono le tue emozioni, conosci i tuoi pensieri e sai perché trovi divertente, triste, monotono o dolce quello che ti stanno dicendo.
Nel trascrivere le tue parole e quelle degli altri, dovrai incanalare queste sensazioni. In parte verrà in tuo aiuto la narrazione, per il resto dovrai trovare il ritmo con cui fare uscire le parole.
4. Rileggi ad alta voce
Un consiglio che mi porto dietro dalle elementari.
Quando non lo seguo, mi accorgo in seguito di tutti gli strafalcioni che ho fatto.
Non hai le traveggole se nel rileggere qualche articolo su questo stesso blog ti sembrerà diverso, perché lo è.
Ogni mese mi prendo un giorno per riguardare alcuni post pubblicati, li leggo ad alta voce e correggo gli orrori commessi.
Forse non capita a tutti, ma ho notato che leggere solo con la mente mi fa saltare a piedi pari molti errori. Da quelli grammaticali a quelli di sintassi, per non parlare delle frasi troppo lunghe o così complesse da fare arrotolare la lingua.
Un esempio è proprio il paragrafo che hai appena finito di leggere.
All’inizio era “Non so se succede a tutti”, che è diventato “Non so se capita a tutti”, per poi trasformarsi in “Forse non capita a tutti”.
Questo perché leggendo ad alta voce la mia lingua faticava a gestire tutte quelle “s“.
Per quanto la finestra tra i miei incisivi sia ridotta rispetto a qualche anno fa, continuo a lanciare qualche fischio o ad annodare la lingua nel pronunciare certe parole.
Ma perché darsi tanto da fare per rendere un testo fluido per la lettura a voce alta?
Perché il tuo lettore può anche passare sopra agli errori di battitura, ma certi errori renderanno difficile la comprensione del tuo messaggio.
Allora, Quattrocchi, com’è andata?
Questi erano i miei 4 consigli per il mese della scrittura e spero possano esserti utili.
Del NaNoWriMo 2018 ne ha parlato anche Geeko Editor: ti consiglio di leggere l’articolo per scoprire tutte le iniziative legate al progetto.
Se invece vuoi leggere come cinque artisti hanno affrontato il mese dedicato all’illustrazione, ecco l’articolo di Arianna riguardo l’Inktober.
Su PdQ, invece, la prossima settimana ti aspetta l’intervista a una book blogger che adoro e non vedo l’ora di fartela conoscere! Quindi se non sei ancora iscritto, ricordati di lasciare la tua mail per la newsletter o di registrarti sul Blog.
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